mercoledì 1 dicembre 2021

Mari Lwyd - Lo Spirito del Natale Gallese

E’ arrivato Dicembre, e con esso la Yuletide.

Che vi foste trovati nella Roma antica a celebrare i Saturnali, o nel cerchio di pietre sacro di Stonehenge a dare il benvenuto al sole appena nato all'orizzonte, od attorno ad un fuoco a bere idromele, raccontando storie durante la piu lunga notte in Scandinavia; la tematica era sempre quella: il trionfo della sacra luce sulle tenebre.


Quello che ci e’ stato passato da piccoli, se anche voi siete cresciuti in una comunità prevalentemente cristiana, e’ la versione bonaria e zuccherosa del Natale: luci, regali, canti attorno all’albero, risate, momenti di celebrazione in famiglia. 



Ma come sappiamo bene, le versioni edulcorate cristiane sono rivisitazioni di antichi culti - che sono si gioiosi, ma che includono anche una parte di ombra che viene spesso omessa (e che e’ essenziale, per apprendere appieno la dualità dell’esistenza).


*** Clicca qui per leggere il nostro articolo sul Solstizio d'Inverno.


Se gli anni scorsi vi abbiamo portato nelle valli alpine con i Krampus e tra l’Italia e la Scandinavia con Santa Lucia, quest’anno invece vi portiamo nel verdissimo Galles.

Nonostante ormai faccia parte del Regno Unito da centinaia di anni e la maggior parte della popolazione parli inglese, il Galles si può definire una vera e propria nazione celtica - con un'identità culturale ben definita, che e’ sopravvissuta a secoli di egemonia britannica (a sua volta una figlia ferita dell’invasione romana in primis, e poi dell’invasione sassone e cristianizzazione in epoca successiva).


Personalmente uno dei paesi che trovo più intrisi di magia, potremmo stare qui a discutere per ore dell'unicità di questo paese e del paesaggio naturale bellissimo che lo caratterizza, ma oggi parleremo di una particolare usanza natalizia: la Mari Lwyd.


Originaria prettamente del Sud del Galles, e’ una tradizione che fu a rischio di scomparire durante il secolo scorso ma che fortunatamente ha preso nuovamente piede grazie ad una rinnovata popolarità, merito sicuramente della sua figura suggestiva e decisamente particolare (e forse anche dei social?). Infatti credo sia difficile dimenticarsene, una volta vista in prima persona: il costume consiste in un teschio di cavallo, sorretto da un palo e decorato con fiocchi e motivi festivi - velato con un mantello, solitamente bianco, nascondente l’individuo che impersona la Mari.


Si parla per la prima volta della Mari Lwyd nel 1798, nel libro di J.Evans “A Tour through Part of North Wales, in the year 1798, and at Other Times” ma fu subito chiaro che si trattasse di una reminiscenza di usanze ben più antiche -  a cominciare dalla tradizione britannica del wassailing, di cui la giumenta rappresenta forse la versione più stravagante.


Durante il Medioevo, soprattutto nella fascia meridionale dell’odierno Regno Unito, era tradizione osservare le Dodici Notti di Natale; durante le quali si era soliti bere bevande alcoliche speziate a base di birra o sidro, ed augurare ai partecipanti buona salute. Infatti la parola “wassail” deriva dal norreno ves heill, che a sua volta venne tradotto nell’inglese arcaico wes hál (alla buona salute). 


Nella Dodicesima Notte, la gente andava bussando di casa in casa - cantando ed offrendo bevande calde ed aromatiche, in cambio di doni. Usanza vorrebbe che i signori feudali offrissero benedizioni e pietanze ai plebei, i quali si presentavano alla porta del maniero intonando litanie. Se tutto questo vi ricorda l’usanza vittoriana del “carolling” e gli odierni canti natalizi, avete indovinato bene: derivano proprio da qui. 


Non sempre le origini del wassailing erano di origine bonaria, alcune come il “first footing” avevano più una natura da trickster- similari al celeberrimo “dolcetto o scherzetto” tipico di Halloween. La Mari Lwyd fa parte di quest’ultima categoria. 


Durante la notte, la giumenta viene scortata di porta in porta dai suoi accompagnatori umani - i quali sfidano il padrone di casa ad una gara di pwngco o canto in rima (spesso abbastanza maleducato!), inventandosi scuse sul perché la Mari non possa entrare in casa. Una volta esaurite le motivazioni, ovviamente fittizie, il padrone di casa e’ costretto a far entrare, offrendo libagioni, questo spirito del Natale il quale prosegue a correre in giro per casa creando confusione e “spaventando” i bambini; portando con sé un buon auspicio per l’anno venturo.



Ma chi e’ la Mari Lwyd?


Le sue origini non sono del tutto chiare e sono forse state perse nel corso dei secoli, ci sono comunque due scuole di pensiero a riguardo.


La prima la collega alla natività, ponendo Mari Lwyd come traduzione di Grey Mary (o Holy Mary): secondo una vecchia leggenda, una giumenta gravida venne mandata fuori dalla stalla per fare spazio alla Madonna incinta del Bambin Gesù. Da quella notte, vaga in cerca di un posto caldo dove poter partorire il suo piccolo. Un’altra versione dell’origine cristiana della festa, la associa alla medievale Festa dell’Asino - dove la cavalla viene identificata come l’asino che portò la Vergine Maria in volo a Betlemme per partorire Gesù Bambino.


Se siete avvezzi ai culti pagani, avrete sicuramente notato la tematica: quella del volo sciamanico e della Caccia Selvaggia, tipica di tante celebrazioni del periodo, vi rimando al link sopra per approfondire questo discorso. Anche la leggenda della stalla, ha una tematica molto sinistra e simbolica: quella di una divinità pagana, soppiantata dall’arrivo del Cristianesimo.

Infatti ora arriviamo alla seconda versione dell’origine della Mari Lwyd, quella più accreditata (nonostante la mancanza di fonti storiche accertate) e quella che ci piace anche di più! 

Un’altra traduzione plausibile del nome e’ “Grey Mare” (giumenta grigia), dall’assonanza con la parola inglese “mare” e “lwyd”, che in gaelico significa grigio. Cio’ la connetterebbe con l’enorme importanza che ricoprivano i cavalli nella cultura celtica e britannica, in modo particolare i cavalli bianchi - veri e propri messaggeri dell’altro mondo (Rhiannon cavalcava un cavallo bianco, per esempio). Questa versione e’ rafforzata ulteriormente dal fatto che la tradizione della Mari condivide somiglianze con altre tradizioni delle isole britanniche - per citarne alcune, vi sono l’hoodening del Kent o l’Old Tup celebrato tra il Derbyshire e lo Yorkshire, The Broad o l’Old Horse dell’Inghilterra del Nord fino a spingerci in Irlanda con la tradizione del Láir Bhán (cavalla bianca) e Laare Vane dell’Isola di Man.


Uffington White Horse -  Risalente all'Eta del Bronzo (Oxfordshire)

Non risulta difficile vedere le reminiscenze di un culto pagano, trovandosi di fronte al teschio bianco di un cavallo sulla soglia della propria porta di casa, in cambio di offerte per il buon auspicio durante le notti più lunghe ed oscure dell’anno. E’ una tematica comune a tantissime tradizioni dell’Emisfero Nord dove si esorcizza l’inverno, simbolo della Morte fisica e dell’introspezione spirituale, invitandola al tavolo ed offrendole doni in cambio di un altro anno fortunato in questo piano dell’esistenza. E nemmeno la cristianizzazione e secoli di occupazione, sono riusciti ad estirpare questa tradizione così viva e così antica e radicata nel cuore celtico del Galles.


"Mari Lwyd, Horse of Frost, Star-horse, and White Horse of the Sea, is

carried to us.

The Dead return.

Those Exiles carry her, they who seem holy and have put on corruption,

they who seem corrupt and have put on holiness.

They strain against the door.

They strain towards the fire which fosters and warms the Living"

VERNON WATKINS, THE BALLAD OF THE MARI LWYD


♃Ludna

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