mercoledì 17 ottobre 2018

Magic in Movies: Apostolo.

Durante un solitario sabato sera, in compagnia del fido famiglio, apro Netflix in cerca di qualcosa da guardare: la preview di Apostle appare a tutto schermo, film di Gareth Evans rilasciato sulla piattaforma il 12 Ottobre. 

Il ‘900 - Stregoneria - Horror - Thriller - Britannico

La ricetta perfetta per convincermi a premere play.

LA TRAMA:

Londra, primi del ‘900. Il benestante ed aristocratico Thomas Richardson, torna nella casa padronale dopo aver lasciato il suo sentiero come missionario, per scoprire che la sorella è stata presa in ostaggio da un culto religioso in cerca di riscatto. Appresa la notizia, Thomas si reca su una remota isola a largo del Galles, dove la setta pagana prospera sotto la guida del Profeta Malcolm - rigettando la corruzione della società e del suo dio cristiano, cercando di crearne una loro sotto la guida di una benevolente dea pagana locale. Ma sotto l’idillio di questa comunità, si nasconde un inquietante segreto...

Come si può evincere da sopra, vi sono tutti gli elementi per un thriller di tutto rispetto; dove le cupe atmosfere vittoriane la fanno da padrone tenendoci in sospeso in un alone di mistero per tutto il film. Una perla rara nel panorama cinematografico odierno, dove il binomio horror=splatter spadroneggia. Certo, il sangue non manca ma non è solamente visto nella mera ottica del classico film horror.

Ed è proprio il sangue la chiave di lettura dell’intera vicenda. 

Il sangue visto come elemento gore, il sangue visto come offerta sacrificale, vita ed anche veleno. Ma procediamo con ordine…


*** ATTENZIONE - DA QUI IN POI CI SONO SPOILERS***



Da una parte abbiamo Thomas Richardson, il protagonista: un ex missionario, diventato miscredente dopo aver subito gli orrori della guerra di religione in Cina - durante la rivolta dei boxer. Thomas è un disilluso, perso nella delirio degli oppiacei - suo unico conforto per dimenticare la morte e la distruzione a cui è stato testimone, non avendo più una fede a cui rivolgersi.

Dall’altra abbiamo il profeta Malcolm, una versione vittoriana del reverendo Jim Jones: un fanatico dagli occhi spiritati, che tiene sotto scacco l’intera comunità isolana spacciandosi come portavoce della Dea di Erisden mentre snocciola discorsi quasi socialisti sull’uguaglianza e sulla depravazione del Regno da cui è evaso. Una farsa dietro la quale si nascondono giochi di potere, corruzione e schiavitù.  

Non solo schiavitù della popolazione di Erisden, ma anche del divino stesso. Infatti, dietro al miracolo dell’improvvisa fertilità di un’isola storicamente disabitata, si cela una storia da brivido. 

Malcolm, naufragato sull’isola insieme ai suoi compagni Quinn e Frank a seguito di un’evasione carceraria, incontra una misteriosa Dea Crona (probabilmente ispirata alla Cailleach), la quale li salva da morte certa. Come ben sappiamo, le leggi naturali e magiche prevedono sempre uno scambio: in questo caso, un sacrificio di sangue. Il sangue è una delle massime offerte che si può trovare in natura, la linfa stessa della vita. Una simbologia potente ed arcana.

I tre trovano presto il modo di accelerare questo processo, imprigionando la dea e forzandola a bere sangue per rendere fertile la terra, quasi in maniera industriale. Quando gli animali sgozzati non bastano più, entra in scena la devozione degli abitanti dell’isola, accorsi per assistere al prodigio di questa inspiegabile fertilità ed ignari dei macabri retroscena: una fiala di sangue, da consegnare ogni notte dopo il coprifuoco. Ed ecco il miracolo, un miracolo ottenuto a spese della natura stessa che risiede incantenata in un capanno - nasconta sotto il tappeto come sporco. Fino a quando, esausta e spremuta fino allo stremo, la prosperità si tramuta in veleno, carestia e pestilenza… tanto da cercare un riscatto monetario, a spese della famiglia Richardson.

Il cui erede, dopo essersi immerso in un vortice di terrore, delirio e fanatismo, viene a contatto con una rinnovata fede liberando la dea dalla morsa meccanica dell’essere umano.

Non so se il regista avesse pianificato questo messaggio ecologista o se fosse un espediente per rendere l’atmosfera del film più “folk”, ma il parallelismo salta subito agli occhi: noi stessi, al giorni d’oggi, stiamo riservando il medesimo trattamento alla nostra dea, Gaia. Anche noi, contro natura, la schiavizziamo, ingozzandola con fertilizzanti, pesticidi e rifiuti; tutto in nome di un profitto economico. 

Si pensi agli orrori degli allevamenti industriali, socialmente accettati: lager veri e propri, in cui esseri viventi vengono imbottiti di ormoni e sofferenza in celle buie. Ma non cadete nel tranello di pensare che mangiare solo quinoa e tofu sia più sostenibile, in coltivazioni estensive che distruggono ettari di foreste. E’ impossibile non avere un’impronta su questo pianeta, ad ogni causa vi è una conseguenza. Ma cerchiamo di essere consapevoli, nel nostro piccolo, riducendo l’impatto ambientale il più che possiamo durante il nostro passaggio su questo pianeta. Quando lo facciamo, pensiamo ad una Madre Terra incatenata e morente. 

In conclusione, l’ho trovato un ottimo film - adatto per le atmosfere cupe di Ottobre, intorno alla notte di Samhain. Decisamente consigliato se vogliamo goderci una serata da brivido che voglia anche darci uno spunto di riflessione.


♃Ludna
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