mercoledì 8 novembre 2023

Le Avvelenatrici di Nagyrev


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Nonostante sia arrivata in ritardo rispetto agli anni scorsi, grazie alle estati perenni del cambiamento climatico, siamo ormai nel pieno della spooky season: giornate uggiose, atmosfera crepuscolare, il profumo di foglie cadute e petricore nell’aria, è innegabile che Novembre, il mese dei morti, sia qui con le sue festività e col suo strascico di anime viandanti.



Tra vampiri, fantasmi e creature della notte, oggi vi vogliamo raccontare una storia di anime cadute che risiede da questa parte del velo e residente nell’animo umano, regno indiscusso del male. Una storia che parla di streghe, di morte e di tempi andati. 

La vicenda si svolge sotto i cieli di un'Ungheria ai primi del '900, una terra famosa per il suo ricco paesaggio, il profumo del goulash che ribolle nelle cucine sfarzose, le fertili sponde del Danubio ed un passato carico di storia e folklore - reminiscenze di fasti imperiali ed antiche memorie sciamaniche. Lo stesso cuore dell’Europa che partorì la contessa sanguinaria Erzsébet Báthory, avvolta tra storia e leggenda, diede i natali alla protagonista di oggi: Zsuzsanna Fazekas. 

Ci troviamo in un’Ungheria sull’orlo del collasso dell’allora impero austro-ungarico e lontana dai suoi giorni di gloria: al fronte, la Prima Guerra Mondiale avrebbe presto reclamato le anime di più di 500mila soldati mentre nei villaggi le donne vennero lasciate a loro stesse, portando avanti, come meglio potevano, la loro quotidianità. 

Per quanto potesse sembrare una prospettiva grama, le donne trovarono presto un loro equilibrio in questa rinnovata società matriarcale; all’epoca, la condizione femminile non era quella di oggi: spesse volte, i matrimoni erano combinati dalle famiglie e le giovani donne si trovavano a maritare la realtà cruda di una vita coniugale senza diritti, dote non richiesta di un matrimonio senza amore. Con spesso numerosi figli a carico ed il lavoro contadino da portare avanti, alcune di esse trovarono consolazione tra le braccia dei prigionieri di guerra - stanziati in un campo di prigionia nei pressi del villaggio di Nagyrév, il palcoscenico della nostra vicenda. Mentre la guerra infuriava al fronte, nel cuore dell’Ungheria si creò una bolla di donne indipendenti, libertine e sessualmente libere nelle loro relazioni, le quali purtroppo a volte risultavano in gravidanze indesiderate. 

E qui entra in gioco Zsuzsanna, la protagonista della nostra storia. 

Nagyrév era lo specchio di tanti villaggi dell’Europa Centrale di quell’epoca: una realtà seclusa ed austera, incastonata nel mezzo della campagna ungherese scandita da ritmi in sintonia con l’inesorabile incedere delle stagioni - sempre uguali a sé stesse. 

In posti come questi, sospesi in una dimensione liminale, ci si affidava non tanto al progresso della scienza ma bensì a secolari tradizioni e rimedi popolari. In questi luoghi, in caso di malattia, si bussava alle porte alle anziane guaritrici del villaggio con la loro padronanza delle erbe e conoscenza dei misteri femminili. 

Zsuzsanna Fazekas era una di queste autorevoli crone: apparsa a Nagyrév nel 1911, dopo la misteriosa sparizione del marito, si instaurò come figura di riferimento grazie al suo curriculum di esperta levatrice. Come tante di loro, era anche un’abile abortista - una tecnica allora illegale e mal vista tanto quanto al giorno d’oggi, ma praticata per necessità da quando si ha memoria. Una conoscenza estremamente utile, nella libertina Nagyrév di quegli anni: si racconta che Zsuzsanna fosse stata arrestata diverse volte, tra il 1911 ed il 1921, per aver effettuato numerosi aborti illegali in paese.

Come tante altre realtà che sembrano immutabili, anche la Grande Guerra volse al suo termine; i superstiti, duramente colpiti dalle esperienze vissute sul fronte (oggi potremmo dire affetti da PTSD) tornarono al loro villaggio natale, portando con sé dal fronte demoni sanguinari che cercavano di placare con ingenti quantità di alcool. Come potete ben immaginare, gli uomini, spesso deturpati fisicamente e mentalmente, faticavano nel ritrovare il loro posto in una società post-bellica che li abbandonò a sé stessi mentre le donne, d’altro canto, sperimentarono negli anni della guerra un'indipendenza intossicante, a cui non vollero rinunciare in favore di un marito spesso violento, mai amato ed ora incapace di provvedere al sostentamento della famiglia. 

Ormai confidente delle donne del villaggio e figura di riferimento, Zsuzsanna decise di mettere a disposizione la sua conoscenza dell’Arte Venefica. Come tante altre guaritrici, la donna era una figura duale: da una parte donatrice di vita, dall’altra donatrice di morte.

Grazie ad una misteriosa miscela a base di arsenico (un fedele ed indiscusso alleato degli intrighi di corte nel corso dei secoli), mariti, genitori anziani e figli indesiderati cominciarono a morire come mosche - letteralmente. Il prezioso veleno, infatti, veniva nientemeno dalla bollitura di trappole moschicide. Avendo sintomi simili al colera ed essendo il villaggio rurale con fonti d’acqua spesso non sanitizzate, l’avvelenamento da arsenico sembrava il crimine perfetto. 

Non è molto chiaro come il caso divenne di dominio pubblico: secondo alcune fonti, uno studente di medicina riscontrò livelli allarmanti di arsenico nel fiume sulle quali sponde placide sorgeva il villaggio di Nagyrév, mentre secondo altre fonti una lettera anonima venne inviata al direttore di un giornale locale. Durante le indagini, la polizia fece riesumare i corpi dal cimitero del villaggio - i quali presentavano tracce di arsenico. Si calcola che, nel corso di una ventina d’anni, una cinquantina di persone andò incontro allo stesso destino del marito prematuramente scomparso di Zsuzsanna. 

Il metodo Fazekas si diffuse a macchia d’olio anche nelle zone circostanti ed alcuni uomini residenti in villaggi vicini, denunciarono tentati casi di avvelenamento che portarono alla scioccante scoperta di questa serie di delitti scosse una nazione intera, lasciando un marchio indelebile nella storia ungherese. Secondo alcune stime, le vittime ammonterebbero fino a 300 persone solamente nell’area - ma chissà, in realtà, quante altre persone soccombero allo stesso destino. 

Quando la polizia bussò alle porte di Zsusanna Fazekas, fu troppo tardi…detentrice di vita e di morte, la levatrice non avrebbe mai permesso di essere giustiziata come un criminale qualsiasi, si tolse la vita con il suo stesso veleno. A partire dalla Fazekas, la polizia scoprì gli altri membri del gruppo delle “Fabbricanti di Angeli” (come furono poi conosciute dal resto del mondo): 26 donne vennero condannate all'ergastolo, 8 alla pena capitale e le rimanenti alcuni anni di carcere. Bastò questo finalmente ad estirpare il male a Nagyrév? Forse. 

Negli anni '50, lo storico Aladár Györgyey Ferenc incontrò un vecchio abitante del villaggio durante gli anni di prigionia sotto il regime comunista; il contadino sosteneva che le donne di Nagyrév "uccidevano i loro uomini da tempo immemorabile". 




Ma perché streghe?

Sebbene nel corso dei secoli l’ostetricia fosse considerata una posizione di prestigio, nel corso del Medioevo venne associata alla Stregoneria e molte donne vennero così giustiziate nel corso dei secoli - ree solamente di essere, in molti casi, ostetriche con conoscenze mediche ed esperienza con i rimedi naturali. E con la conoscenza della farmacopea, arriva anche la conoscenza dei veleni e l’Ars Veneficium, si sa, fu da sempre una preziosa alleata delle donne nella storia del mondo - da Lucusta a Giulia Tofana, alle voci di corte sulle controverse figure di Lucrezia Borgia e Caterina de Medici (per rimanere solo in Italia). Zsuzsanna Fazekas fu una delle tante figure storiche che si avvalse di questa conoscenza.

A Nagyrév, come in tanti altri paesi dell’Europa dei primi del '900, le superstizioni erano profondamente radicate nella cultura locale. Il folklore che circondava la stregoneria, le pozioni e la magia erano una potente influenza e le Fabbricanti di Angeli incarnarono nell’immaginario collettivo alla perfezione la temibile immagine delle streghe. 

Per quanto questa vicenda possa far rabbrividire, in realtà è uno spaccato della storia femminile nel corso dei secoli; per apprendere appieno le motivazioni discutibili della Fazekas e le sue complici, dobbiamo prima ricordarci le conseguenze dell'abbandono sociale e della disuguaglianza di genere: sebbene le loro azioni siano state innegabilmente criminali, è fondamentale esaminare le questioni sistemiche che hanno spinto queste donne a tali estremi. 

Nagyrév ormai non incute timore come cento anni fa, fortunatamente condizioni come il PTSD sono riconosciute e curate e le donne godono di libertà che le loro antenate potevano solamente sognare; la vicenda delle Fabbricanti di Angeli al giorno d’oggi rimane un capitolo agghiacciante della storia ungherese, che affascina sia gli storici che gli appassionati del true crime. I loro crimini sono nati dalla disperazione, dall’abbandono della società e dal desiderio di libertà: comprendendo la complessa rete di circostanze che hanno portato alle loro azioni, otteniamo una visione degli angoli più oscuri della natura umana e a ricordarci in modo quanto lontano ci si possa spingere per sfuggire alle catene della loro esistenza.


♃Ludna

sabato 25 marzo 2023

Plutone in Acquario- Una Nigredo Distopica.



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Nelle ultime settimane, più che mai, pare di essere sull'orlo d'un precipizio: guerre in attesa di scoppiare, guerre che dilaniano popoli e paesi da decenni, guerre fatte di armi, fatte di persone, di alberi che si stagliano contro un cielo di piombo, di animali che cercano di sopravvivere tra le macerie di ecosistemi distrutti e fiumi di cloruro di vinile.

C’è una pesantezza nell'aria che sembra preannunciare la fine del mondo come lo conosciamo, sospesi in una zona d’ombra, liminale, che oscura la luce di questo sole primaverile come una nube tossica.

L'Equinozio di Primavera è appena passato e con esso è cominciato un altro anno astrologico, ma non è l'unica soglia che abbiamo varcato. Quest'anno vedremo un altro potente cambiamento, dal punto di vista astrologico: Plutone è appena entrato nella casa dell’Acquario, per la prima volta dal lontano 1798, dove ci darà un primo assaggio della nuova era che verrà - rientrando poi in Capricorno in modo retrogrado il giugno 2023 (per tornare in Acquario in modo definitivo in novembre 2024).

Plutone prende il nome dal dio romano dell’Oltretomba e, come esso, governa tutto ciò che riguarda la Morte (sia fisica che simbolica) e la conseguente rinascita: declassato ad un pianeta nano dalla Scienza, in Astrologia è l’agente del karma per eccellenza. L'Acquario, come abbiamo già visto, è un segno estremamente creativo, futuristico, tecnologico ed umanitario (non a caso viene rappresentato nell’atto di riversare le acque della conoscenza nel cosmo). 



Cosa aspettarsi, quindi, da questo aspetto astrologico?

Con il quadro attuale di fronte, è difficile non immaginare un futuro distopico: viviamo in un mondo dove i likes ed i followers vengono venduti al mercato nero  alla stregua di armi e merce contraffatte, sintomo di un escapismo virtuale sempre più accentuato in una realtà virtuale ammiccante e talvolta più reale del tangibile. L'IPCC (International Panel on Climate Change) ha da poco pubblicato il suo ultimo report, dando un ultimatum alla razza umana prima che le conseguenze di un incessabile, ormai quasi irreversibile, cambiamento climatico si facciano disastrose… considerando le crescenti tensioni tra Est ed Ovest, una guerra potrebbe avere conseguenze devastanti non solo dal punto di vista etico e civile ma anche ambientale. Non ci salverà né il profitto economico, né la gloria militare né tantomeno la realtà virtuale.

Plutone ed Aquario insieme portano progresso ma non senza tumulti e distruzione: per arrivare a vedere i raggi di una nuova alba dorata, dobbiamo prima attraversare la lunga, oscura notte dell’anima. Ciò che non serve, deve essere distrutto per poter rinascere in una nuova era - alla fine di Kali Yuga.

L’ultima volta che Plutone si trovò a transitare in Acquario, gli Stati Uniti si ribellarono all’egemonia dell’Impero Britannico ed ottennero la loro indipendenza, firmando la costituzione americana nel 1789; in Francia scoppiò la Rivoluzione Francese che vide l’abolizione della monarchia assoluta ispirando in Europa tantissimi altri moti rivoluzionari ed il declino di secoli di governi monastici; ad Haiti invece vi fu una delle più importanti rivolte della storia: nel 1791, un gruppo di schiavi si ribellò contro il governo coloniale francese abolendo così la schiavitù ed ottenendo l’indipendenza come primo stato sovrano governato interamente da persone non bianche, creando una ribellione senza precedenti che ispirò il movimento di liberazione e di revisione delle leggi riguardanti la schiavitù in tantissime allora colonie europee. 

Non possiamo, ovviamente, prevedere con certezza cosa porterà questo incontro a distanza di due secoli ma vedremo comunque l'incessante opera umanitaria acquariana: si procederà orientati verso i diritti di tutti gli individui, abbandonando si spera l'attuale approccio capitalistico capricornino. 

Con la recente entrata di Saturno in Pesci, portando con sé l'onirico nei meandri del piano fisico, possiamo solo auspicare che possa accendere la miccia per una maggiore consapevolezza spirituale ed indirizzare il cambiamento verso una società più equa ed orientata verso il benessere dell'umanità nel pieno rispetto della Natura in tutta la sua interezza.

Nonostante una volta celeste minacciosa, in questa tempesta che si avvicina, dobbiamo ricordarci che il potere sta anche nelle scelte che facciamo come singoli: lasciatevi spogliare dalla nigredo alchemica plutoniana per poter procedere con sicurezza verso Est, in vista di una nuova alba. 


♃Ludna

domenica 9 ottobre 2022

9 Ottobre, Luna Piena in Ariete: Scegli te stesso

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Nella giornata del 9 Ottobre la Luna raggiunge il suo massimo splendore divenendo piena sotto il segno dell’Ariete.

È una luna che ci ispira guarigione, l’Ariete infatti è il primo segno dello zodiaco e di conseguenza potremmo considerare questo cielo come un nuovo inizio, una sorta di reset, ma parliamo pur sempre di un segno di fuoco, una fiamma che ci libera dalle impurità bruciandole. Se avete dei conti in sospeso o situazioni stagnanti non escludo che possano sbloccarsi, anche se è probabile che ciò avvenga in maniera brusca.


Le energie in circolo sono molto dinamiche e in tensione, come una pentola a pressione che sta per esplodere. In congiunzione con la Luna abbiamo anche Chirone, il guerriero ferito, questo aspetto ci fa venire voglia di sfogare tutto quello che abbiamo dentro.

Sfruttate queste energie fiammeggianti attraverso il movimento e tutto quelle azioni che ci fanno liberare le endorfine: fate esercizio fisico, correte, cantate a squarciagola, tutto quello che vi permette di perdere il controllo per un po’. Non trattenete nulla, buttate tutto fuori e poi lasciate andare.




Venere, il pianeta che regola l’amore e le relazioni, è congiunto al Sole in Bilancia ed è quindi molto attivo in questi giorni. Avremo quindi un occhio di riguardo per tutti quelli che sono i nostri rapporti stretti, con le persone che amiamo ma soprattutto con noi stessi.

Self Love, baby! Gli avvenimenti di questi giorni ci permetteranno di conoscere meglio ciò che vogliamo per noi stessi, è il momento di volersi bene e mettersi al primo posto nella lista delle nostre priorità. 

Provate a pensare a quante volte non crediamo abbastanza in noi stessi, a quante volte non scegliamo noi stessi per paura di perdere l’accettazione degli altri; questo pensiero vi fa salire un sentimento di rabbia? Ottimo, usate questa energia per correggere il tiro.

La rabbia che percepite è l’urlo del vostro bambino interiore che vi sta chiedendo di non annullarvi per paura di un rifiuto, è necessario avere la consapevolezza che se non sceglierete voi per voi stessi nessun altro lo farà.

Felice Luna Piena!



Unornya

martedì 27 settembre 2022

La chiesa di Santa Luciella ed il teschio con le orecchie, Napoli


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Con l’arrivo di Mabon e l’inizio della stagione autunnale possiamo dire di essere ufficialmente entrati nella spooky season, quale momento migliore quindi per parlare di Luoghi Magici e misteriosi?


Di recente mi sono recata in vacanza a Napoli, città che sto letteralmente adorando, ricca di tradizioni che rimandano agli antichi fasti del paganesimo. 

In questa città si può decisamente respirare un’energia vibrante e vetusta e, nonostante l’avvento del Cristianesino l’abbia coinvolta come ogni altro luogo in Europa, è come se in quel luogo il paganesimo non abbia mai smesso di esistere ed essere praticato, facendo sì che sacro e profano si mescolino alla perfezione.


La città di Napoli vanta una storia ed un susseguirsi di culture notevole e molto variegato, essendo stata, fra le altre cose, una tra le città più importanti della Magna Grecia e di conseguenza un polo importantissimo per quanto riguarda gli scambi commerciali, politici, culturali e religiosi. Come conseguenza a tutto questo, abbiamo il fatto che la città nasconda numerosi siti di interesse esoterico, delle vere e proprie meraviglie che esprimono alla perfezione l’idea delle tradizioni popolari.





Vorrei quindi parlarvi proprio di uno di questi luoghi: la chiesa di Santa Luciella.

Si tratta di una piccola chiesa nel cuore del centro antico di Napoli, fondata nel 1327 e situata in cima al vicolo che ai tempi dell’antica Roma chiamavano “vicus Cornelianus” che collega San Biagio dei Librai a San Gregorio Armeno. 

Nel corso degli anni, tra il 1600 ed il 1700, passò sotto la custodia della corporazione dei pipernieri, antichi artisti che scolpivano le pietre dure come il Piperno. La lavorazione di questo materiale metteva a rischio gli occhi di lo scolpiva, poichè delle schegge di pietra potevano facilmente schizzare sul volto, di conseguenza i pipernieri iniziarono a venerare Santa Lucia, protettrice della vista, rendendo la Chiesa di Santa Luciella il proprio luogo di culto e associandosi dell’Arciconfraternita dell’Immacolata Concezione a cui era affidata la madonnina sull’Altare maggiore della Chiesa.


**Leggi qui il nostro post su Santa Lucia


All’interno della chiesa, nella navata centrale, troviamo difatti dei manichini un po’ inquietanti, vestiti con gli abiti indossati dai confratell, con il particolare del cappuccio a punta il quale rappresentava la fede, la penitenza per i peccati commessi ma soprattutto l’uguaglianza tra ogni membro che diveniva così indistinguibile dagli altri.


Chiusa al pubblico dopo il terremoto del 1980 poichè inagibile, col tempo venne dimenticata e divenne un piccolo deposito di materiali edili e, successivamente, addirttura una discarica.

Nel 2013 un gruppo di giovani napoletani, specializzati in storia dell’arte, decide di aprire una fondazione chiamata “Respiriamo Arte”, riuscendo così a riappropriarsi di questo pezzo di storia, procedendo quindi con la restaurazione, la messa in sicurezza e permettendo in questo modo nuovamente l’accesso al pubblico, salvando questo patrimonio culturale dalla rovina.



Al di sotto della struttura della chiesa troviamo un cimitero, un luogo di sepoltura dedicato ai membri dell’Arciconfraternita ed ai loro familiari. Il metodo utilizzato per trattare i corpi dei confratelli prima dell’inumazione era chiamato “scolatura”. I cadaveri venivano infatti affidati allo “schiattamuorto”, figura tipica napoletana che rappresenta il becchino, il quale bucava il corpo in punti strategici (in particolare collo, polsi e gambe) per far sì che i liquidi ed i gas contenuti all’interno fuoriuscissero più rapidamente. Il corpo veniva quindi adagiato su delle grandi vasche di terra santa e lasciato scolare, appunto, accelerando così l’essiccazione ed il processo di decomposizione. Una volta pronti, i corpi venivano seppelliti in queste vasche per un certo periodo di tempo, dopodichè venivano riesumati, ripulivano accuratamente le ossa che venivano poi deposte nell’ossario sottostante al cimitero (un’area a cui oggi si accede attraverso una botola ma che non è ancora stata esplorata).

L’unica parte del corpo che veniva conservata in questo cimitero era il cranio, in napoletano detto “capuzzella”.


I crani in questione erano venerati secondo la tradizione locale del “culto delle anime pezzentelle”, ovvero le anime del purgatorio.



IL CULTO DELLE ANIME PEZZENTELLE:


Questa tradizione nacque a Napoli nel 1656 durante un’epidemia di peste che devastò la città e uccise due terzi della popolazione. I morti erano così numerosi che, per questioni igieniche e di protezione dal contagio, venivano riposti in fosse comuni, al di fuori dai luoghi di preghiera e privandoli così della loro identità. Le donne napoletane, mosse dalla pietà per le anime dei defunti, iniziarono ad adottare i crani, le capuzzelle appunto. Scendevano all’interno dei cimiteri, sceglievano uno dei teschi (la parte del corpo dove si pensava risiedesse l’anima) ed iniziavano a prendersene cura, pulendoli e lavandoli con acqua fresca che avrebbe dovuto dare refrigerio e sollievo all’anima del defunto mentre si trovava tra le fiamme del purgatorio.

Attraverso queste cure, l’anima del defunto poteva accedere al paradiso più velocemente, in cambio però, le donne chiedevano al defunto di intercedere per loro al fine di ottenere una grazia.


“Pezzentelle”, infatti, deriva dalla parola latina petere che significa chiedere. Quando il miracolo richiesto veniva realizzato, le donne portavano un ex voto e lo appendevano nel luogo di sepoltura come ringraziamento. Gli ex voto erano costituiti da dei simboli in metallo, soprattutto in argento, che rappresentavano la grazia ottenuta: l’arrivo di un figlio, il ritorno del marito dalla guerra, la guarigione degli occhi o la soluzione di un problema d’amore. Alcuni di questi ex voto sono ancora visibili oggi sulle pareti dell’ipogeo.


Agli inizi del 1900 questo culto iniziò a non essere più visto di buon occhio dalla Chiesa Cattolica, che lo definì un culto ai limiti del paganesimo. Infatti, secondo il cattolicesimo, non è possibile per un credente intercedere con Dio attraverso i morti (come invece si fa con il culto pagano degli antenati) ma solamente attraverso i santi.

Nonostante nel 1969 il culto venne vietato dalla Chiesa, le donne napoletane continuarono la pratica, fino al 1980 quando si fermò a causa del terremoto.


Ad oggi, oltre alla chiesa di Santa Luciella, i principali luoghi simbolo di questo culto si trovano nel centro di Napoli e sono la chiesa di Santa Maria delle anime del Purgatorio ad Arco ed il Cimitero delle Fontanelle.



IL TESCHIO CON LE ORECCHIE:



Tra tutti i crani conservati nel cimitero ipogeo della Chiesa di Santa Luciella troviamo il famoso Teschio con le Orecchie.

Questo cranio ha la particolarità di avere due porzioni di osso che si sono divaricate nel tempo, facendolo apparire come se avesse ancora, appunto, i padiglioni auricolari (che in realtà non è possibile che siano orecchie in quanto la cartilagine è una delle parti dello scheletro che si degrada più velocemente).

Il Teschio con le orecchie era il favorito dalle donne che praticavano il culto delle anime pezzentelle, proprio perché si pensava che avesse la capacità di ascoltare meglio le preghiere e le richieste, fungendo come un vero e proprio tramite tra il mondo dei vivi e quello dei morti. Per questo motivo infatti il teschio, risalente al 1600, una volta esposto nella cripta non è mai più stato toccato o spostato.


Personalmente trovo che questa macabra tradizione tipica del popolo napoletano in realtà rappresenti al meglio il particolare rapporto che questa gente ha con l’aldilà e con il culto dei morti. Una credenza che ci spiega che non dobbiamo temere o mostrare inquietudine nei confronti dei defunti, ma che anzi è possibile dedicarsi a loro dolcemente, impedendo che vengano dimenticati e mantenendoli comunque parte della comunità.


Unornya

 www.respiriamoarte.it

venerdì 9 settembre 2022

10 Settembre, Luna Piena in Pesci: Focalizzati sui tuoi sogni

 


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Nella mattinata di domani la Luna diviene piena sotto il segno dei Pesci. Che dire di questa lunazione? aspettiamoci un po’ di caos, che non sempre rappresenta un aspetto negativo.

Avremo una Luna piuttosto vicina a Nettuno, un pianeta dominato anch’esso dal segno dei Pesci, il tutto mentre nelle stesse ore Mercurio inizia il suo moto retrogrado in Bilancia, è tutto un po’ immerso in una coltre torbida in questi giorni, di conseguenza i nostri pensieri ed il nostro giudizio non saranno particolarmente precisi. Fortunatamente il Sole in Vergine ci aiuta ad aggiustare un po’ il tiro, impedendoci di fare danni.


È il momento di concentrarsi un po’ meno sul lato pratico e maggiormente su quello che sono i nostri sogni ed i nostri obiettivi, al tempo stesso però dandogli una dimensione più realistica, evitando voli di fantasia che ci possono portare agli eccessi. 

Visualizzate più volte ciò che desiderate ottenere, lasciando via libera all’ispirazione, che sarà notevolmente favorita dalle energie di questi giorni, lasciate che nuove idee vengano a voi.





Una delle caratteristiche principali del segno dei Pesci è la compassione: ricordate di dedicare del tempo a questa pratica che metterà in moto molte energie positive. Il prendersi cura degli altri, anche solo con una buona parola o con un complimento, che magari a voi può sembrare scontato, sono azioni che alzeranno molto le vostre vibrazioni e quelle degli altri.


Proprio perché le energie di questi giorni sembrano essere nascoste da un velo nebbioso e tutto ci sembra poco chiaro, anche grazie a Marte che in questi giorni è particolarmente attivo e può farci agira con impulsività, è il momento di dedicarsi allo sviluppo del proprio intuito, quella voce dentro di noi che vede sempre tutto con chiarezza e che sa esattamente come comportarsi. Imparate quindi a sentire, ad ascoltare con il vostro corpo, usate tutti i mezzi che avete per aumentare la vostra percezione oltre ai classici sensi.


Felice Luna piena!


Unornya

domenica 28 agosto 2022

27 Agosto, Luna Nuova in Vergine: Progetti per il Futuro.



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Il giorno 27 Agosto, abbiamo appena avuto un novilunio in Vergine. 

Come ogni Luna Nuova marca l'inizio di un nuovo ciclo, volendoci ricordare più che mai che possiamo plasmare il nostro destino. Governata da Mercurio, la Vergine è il segno della fanciulla, un'energia che ci invita a guarire e guarirci, crescere e riconoscere il valore della nostra intuizione personale: le scelte che facciamo tutti i giorni, ci definiscono come persone e di cui siamo pienamente responsabili, il futuro è nelle nostre mani. 


Quindi, dobbiamo chiederci: su cosa vogliamo focalizzarci? Come possiamo arrivare a questo risultato? 


Domande a primo impatto banali, ma ci possono propellere verso il futuro che ci auspichiamo - traendo beneficio di questa fase lunare propizia e della straordinaria influenza analitica della Vergine. 



La Vergine ci insegna inoltre che possiamo offrire qualcosa di bello al mondo; trovando il nostro posto come guaritori possiamo contribuire ad una società più evoluta. Siamo più inclini ad aiutare le persone a noi care, ma occhio a non perdere di vista i vostri paletti, teneteli ben ancorati al terreno! 


Attenzione a non cadere nella trappola della più feroce autoanalisi, gli aspetti già orientati alla minuziosa precisione di questo segno verranno amplificati ulteriormente dalla quadratura con Marte, appena entrato un moto retrogrado in Gemelli dove vi stanzierà per sette lunghi mesi. 


In questo aspetto, ci insegna ad esplorare infinite possibilità e talenti con dinamismo, portando con sé però anche indecisione e ambiguità che possono accoppiarsi male con l'attenzione ai dettagli della Vergine - correndo il rischio di diventare ossessione ed un invalidante senso autocritico. 


Invece di farci trascinare dalle correnti mercuriali di questi due segni nell'ignoto e trovarci sovraccarichi di informazioni (Marte in Gemelli) e stress (Luna e Sole in Vergine), cerchiamo di rimanere ancorati ben saldi a terra ed incanalare le energie del cielo in maniera propizia per costruire le basi dei nostri progetti a venire.


♃Ludna

giovedì 11 agosto 2022

12 Agosto, Luna Piena in Acquario: Libera il vero te stesso

 


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Nella giornata di domani avremo un Plenilunio sotto il segno dell’Acquario. 

Sia il Sole che la Luna formano un aspetto di quadratura con Urano, che essendo un pianeta legato all’Acquario diventa così particolarmente attivo: ci sentiremo poco inclini a sopportare qualsiasi cosa che limiti la nostra libertà e che intralci la nostra indipendenza e avremo la tentazione di sovvertire l’intero sistema della nostra vita, non mancherà la voglia di un cambiamento drastico, soprattutto per quanto riguarda cose che ci tormentano da un po’.

È noto che con la Luna piena le nostre emozioni prendono un po’ le redini della nostra mente, con questa lunazione lo saranno ancora di più e non avremo problemi ad urlare al mondo i nostri bisogni e le nostre intenzioni.


I temi dominanti di questo plenilunio saranno: indipendenza e ribellione, vorremo sentirci non convenzionali, sopratutto nel modo in cui ci rapportiamo alla nostra community e negli eventi sociali, perfino il nostro modo di concepire i rapporti con gli altri potrebbe subire un cambio di rotta più affine alla nostra personalità unica.





L’Acquario inoltre è fortemente caratterizzato da un’energia umanitaria e indirizzata verso il benessere della comunità e del pianeta, un’energia che, fatemelo dire, è quanto meno necessaria in un periodo storico come questo in cui la preoccupazione per le sorti del nostro ecosistema DEVE smuovere qualcosa prima che sia troppo tardi. Sono quindi benvenute tutte quelle pulsioni che possono portarci ad un maggior rispetto della Natura ed ad una migliore connessione con essa, a maggior ragione se ci riteniamo persone spirituali.


Questa Luna è inoltre congiunta a Saturno influenzando quindi tutto quello che è la nostra struttura ed il nostro senso di responsabilità. Spesso Saturno è visto come un pianeta malefico, che porta movimenti non gradevoli nella nostra vita, ma la verità è che con l’aiuto di Saturno noi proseguiamo veramente nel nostro percorso, come se a guidarci avessimo un padre severo che ci insegna la disciplina, ma è proprio grazie a questa disciplina che possiamo raggiungere e concretizzare i nostri sogni!

Con Saturno in Acquario congiunto alla Luna arriva il momento di chiederci: Stiamo davvero vivendo in maniera autentica e rispettando noi stessi? È quindi il momento di liberarsi di tutti quei costrutti che ci siamo autoimposti per confonderci meglio in mezzo agli altri, liberiamoci delle vecchie abitudini e recuperiamo una nuova struttura, poichè solo attraverso la ricerca continua del vero sè possiamo avere la totale libertà.


Felice Luna Piena!

Unornya