martedì 21 giugno 2022

Doon Hill - Un Portale sul Mondo delle Fate



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Alle porte del Solstizio d’Estate, è impossibile non parlare del paranormale: essendo il sole al suo picco, durante il suo lungo tragitto nel cielo, anche la magia raggiunge la sua piena potenza sotto i suoi dorati raggi. In tutta Europa vi sono leggende legate al solstizio e di come le leggi naturali fossero rovesciate in questo particolare giorno.

Come spesso succede in occasione di questi particolari eventi astronomici, il velo tra i mondi si fa più sottile e così la comunicazione col soprannaturale viene favorita.

Non solo vi sono periodi dell’anno particolarmente indicati, ma anche luoghi di potere dove altre dimensioni sono più accessibili. Uno di questi è Doon Hill, un piccolo angolo di pace e vegetazione lussureggiante ai piedi delle Highlands Scozzesi. Per quanto piccolo e probabilmente conosciuto solo dai più avvezzi appassionati di folklore britannico, è teatro di una storia realmente affascinante riguardante il piccolo popolo.

Si da il caso sia il luogo dove riposano i resti del Reverendo Robert Kirk, autore de “Il Regno Segreto” e la cui sorte è ancora un mistero avvolto nelle nebbie di questa magica terra.

Kirk fu il cappellano di Aberfoyle, dove rimase fino alla morte: ottenne un discreto successo come autore della prima completa traduzione in Gaelico della Bibbia, ma la sua vera fama la raggiunse postmortem grazie al libro The Secret Commonwealth (Il Regno Segreto) - una raccolta di folklore e leggende scritte tra il 1691-1692, ma pubblicate solamente nel 1815.

Kirk, nonostante la sua fede cristiana, era detentore di quello che viene chiamato “seconda vista” - che può sembrare un ossimoro, abituati come siamo alla concezione odierna del cristianesimo. Ma dobbiamo ricordarci che tante usanze cristiane sono imbevute di paganesimo e viceversa, intrecciandosi nel corso di secoli - soprattutto quando si parla di luoghi rurali, imbevuti di usanze precristiane.  Non era raro quindi sentir parlare di “seconda vista” nelle Highlands scozzesi, era quasi ordinaria amministrazione e status di prestigio.

Girovagando per la campagna locale, raccogliendo testimonianze di incontri col piccolo popolo, era solito frequentare la vicina Doon Hill - una collina immersa nel fogliame, non molto distante dalla sua diocesi. Lì diceva di incontrare spesso creature eteree “di consistenza simile a nuvole, meglio visibili al tramonto”,  - le quali gli illustrarono usi e costumi del loro popolo. Vestivano e parlavano come umani, danzavano, festeggiavano, cantavano ma con sostanziali differenze: per esempio, si nutrivano della linfa vitale e riuscivano a passare attraverso pertugi piccolissimi e spaccature nei muri. Le loro abitazioni, dove vivevano in una società con una gerarchia ben definita, si trovavano sotto terra e spesso visitavano questa dimensione durante le notti di Samhain e Beltane - quando il velo tra i mondi era più sottile. Vi erano delle diversità anche in quella che possiamo chiamare “morale”: le fate non erano né buone né cattive, talvolta si rendevano utili al prossimo elargendo consigli su come aggiustare utensili o avvertendo di pericoli imminenti, talvolta invece rapivano giovani madri per allattare i loro figli, seducevano umani e/o rubandone gli infanti - si pensino ai famosi changelings per esempio. 

Non avevano niente a che vedere con la versione edulcorata che ci immaginiamo al giorno d’oggi: secondo le leggende, sono esseri sottili e lucenti - simili agli Elfi descritti da Tolkien, che trovano radici nella mitologia norrena. 

I popoli scandinavi e gli Anglo Sassoni le chiamavano infatti alfar (elfi). In Irlanda erano noti come sidhe, mentre in Scozia come sith - intesi come abitanti dei sithean, cumuli di terra considerati portali sull’altro mondo, mentre in Galles venivano chiamate ellyllon (esseri lucenti). La connotazione odierna delle fate deriva dal francese fée e poi inglesizzato in fairy.

Coloro che le incontravano, durante le loro celebrazioni crepuscolari, venivano travolti da una voglia irrefrenabile di danzare e seguire il corteo - finendo spesse volte nel loro mondo ed essendo poi incapacitati di tornare. Solo i più puri di cuore e più dotati nelle arti, riuscivano a ricevere doni e tornare in questa dimensione.

Ritornando al nostro Robert Kirk, un giorno fu misteriosamente ritrovato morto in cima alla collina. La ragione della sua morte è ancora adesso un mistero…potrebbe essere stato un malore, magari incappò nell’ira del popolo fatato per aver svelato i loro segreti, alcuni dicono che il corpo fosse semplicemente un simulacro ed il vero Robert Kirk venne trasportato nel regno delle fate.

Qualsiasi sia la verita, il suo corpo (vero o meno) è sepolto al cimitero di Aberfoyle, mentre Doon Hill è visitabile attraverso un pacifico e rilassante sentiero - costeggiato da alberi coperti di nastri, preghiere, fiori ed offerte. Memoria pulsante di un folklore che fu e che vive ancora nel cuore di coloro che visitano la collina, forse sperando di poter incontrare qualche essere sovrannaturale.

Qualsiasi cosa facciate per il solstizio, state attenti. 

Il velo si fa sottile, e con esso le visite su questo piano più frequenti.


♃Ludna




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