In modo particolare, oggi tratteremo di uno degli aspetti della sua tenebrosa capitale: Edimburgo. Visitata ogni anno da migliaia di turisti, è famosa per la sua meravigliosa architettura medievale che la rende una vera e propria gemma incastonata nel tempo, sorvegliata dall'alto da Castlerock; ma anche per la sua storia avvincente piena di colpi di stato, guerre, tradimenti ed omicidi.
La morfologia stessa del territorio ne ha definito l’origine: forgiata dal fuoco di una terra vulcanica e dal ghiaccio primordiale, la città nasce dove gli elementi si incontrano - donandone il caratteristico terreno collinare, rendendola una perfetta roccaforte naturale.
Contestata tra Celti e Romani, clan scozzesi e dagli Inglesi poi, Edimburgo venne racchiusa da solide mura, dandone l’aspetto fortificato: mentre la popolazione cresceva, lo spazio diminuiva; e, non potendo uscire dalla fortezza, gli edifici cominciarono ad erigersi verticalmente. Questa spasmodica ricerca di spazio, presto trasformò il paesaggio cittadino in un fitto labirinto di stradine strette e buie, compresse tra pericolanti edifici che raggiungevano l’altezza di quattordici piani.
Una volta finita la diatriba con gli Inglesi, i cittadini di Edimburgo decisero finalmente di espandere l’edilizia al di fuori dalla cinta muraria: le famiglie più abbienti, stufe dei borghi claustrofobici, cominciarono a costruire le loro nuove dimore in quella che oggi si chiama “Città Nuova”: l’esatto opposto del centro storico, di nome e di fatto. Case ariose con grandi vetrate, strade larghe costeggiate da viali alberati. Tutto puntava ad essere luminoso, spazioso ed ordinato - lasciando cosi decadere la parte vecchia della città, abitata dalle famiglie più povere.
Ponti vennero costruiti, per poter collegare una parte all'altra di Edimburgo senza dover passare per il labirinto di stradine contorte. Il ponte Sud, in modo particolare, era una meraviglia architettonica per l’epoca: edifici commerciali, torreggianti sul paesaggio cittadino, vennero costruiti sopra la struttura di arcate di pietra.
Come abbiamo già visto sopra, Edimburgo era una città densamente popolata ma con scarsità di terreno edificabile per cui il nuovo ponte divenne una ghiotta occasione per ottimizzare gli spazi; altri edifici vennero costruiti a ridosso della struttura - oscurandone così le arcate e chiudendolo completamente da entrambi i lati. Le quali presto vennero adibite a magazzini ed esercizi commerciali; fino al loro completo decadimento a causa delle continue infiltrazioni… Ed è a quel punto che, nel silenzio e nell'oscurità, quest’area nascosta della città prese una connotazione completamente diversa.
Al riparo dalla luce del sole, le camere sotterranee si popolarono di nuovo: migranti irlandesi e gente delle campagne trovarono rifugio in questo labirinto sotterraneo; alla ricerca di una vita migliore ed alla mercé di strozzini senza scrupoli che affittavano minuscole cuccette ad intere famiglie - senza luce e senza acqua corrente.
Non solo i poveretti ed i disperati giovarono di un riparo clandestino lontano da occhi indiscreti: taverne abusive, merce di contrabbando, mercenari ed addirittura ladri di salme approfittarono del favore delle tenebre. Furti, stupri ed omicidi erano all'ordine del giorno per gli sventurati che risiedevano nei vaults.
Purtroppo non vi sono molte testimonianze concrete, eccetto i pochi oggetti trovati qua e là dentro le varie camere: essendo attività illegali, chiaramente molte tracce furono perse.
Ma alcuni reperti sono rimasti, echi di memorie perdute: giocattoli rotti, ferri di cavallo, bottoni, cocci di boccali e bottiglie…
Altre testimonianze, invece, si possono trovare nei piani sottili; presenze che ancora infestano questo labirinto oscuro e che possono essere percepite dai visitatori più attenti.
Questo dedalo di stanze e corridoi risulta essere uno dei posti più infestati del mondo - grazie alla sua storia di violenza, morte e sofferenza.
Chiuso al pubblico generale per questioni di sicurezza e preservazione, può essere visitato in uno dei numerosi tours prenotabili in loco. Più di qualche sventurato turista ha dovuto fare i conti con questi incontri spettrali, dalla percezione di sussurri e presenze a vere e proprie apparizioni.
Una delle presenze più note nei vaults, è uno spirito irrequieto caratterizzato da un’energia molto negativa. Si sospetta abbia assassinato una donna e nascosto il cadavere dentro la sua abitazione in uno dei vaults, ora aggredisce gli ignari passanti che si trovano disgraziatamente nei pressi del luogo del delitto. Il soprannome deriva dal caratteristico rumore di passi pesanti, che accompagnano le sue apparizioni. Chi ha avuto la sfortuna di vederlo, lo descrive come un uomo alto, sciatto ed indossante un paio di alti stivali neri.
The Aristocrat
Spesso avvistato in abiti distinti e tuba nei pressi di una vecchia taverna clandestina, osserva i passanti ghignando appoggiato alla parete. Si suppone fosse uno dei clienti; nonostante la fama di posto pericoloso, quest’area era spesso frequentata da artisti e persone abbienti in cerca di ispirazione o avventure. E’ una presenza abbastanza sinistra, ma non è noto per interagire con i visitatori in maniera ostile.
The Cobbler
Lo spirito di un commerciante che lavorava nei vaults probabilmente come scarpolino; a differenza dei primi due spiriti, si tratta di una presenza positiva. Viene normalmente avvistato con un grembiule da lavoro, mentre sorride ai visitatori.
The Child
Un’altra presenza positiva è quella di un bambino, di cui purtroppo non si conosce il nome (come molte delle anime che ahimè sono passate da questo posto sinistro). Descritto come un bambino biondo di circa 6 anni ed indossante un’elegante tuta blu, è famoso per prendere per mano i visitatori e tirare loro i vestiti.
Queste sono le presenze più note e riportate da numerosi turisti, ma siamo sicuri che ve ne siano molte altre ancora vaganti in questo dedalo oscuro dimenticato dal tempo. Probabilmente in attesa di essere trovati ed ascoltati.
♃Ludna
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