giovedì 29 marzo 2018

Glastonbury - Parte III


Dopo aver visto l’imponente Tor ed i giardini lussureggianti del Chalice Well, carichi del loro peso esoterico; il viaggio prosegue poco lontano nel Tempio della Sorgente Bianca.


Letteralmente dalla parte opposta della strada, troviamo la costruzione vittoriana che ospita le acque di questa sacra sorgente: a differenza del soleggiato Chalice Well, in cui regna la presenza dominante del Dio, il sacro maschile, il rubes; dentro questo tempio si respira un’atmosfera diversa: ricca di mistero, come un utero confortante nelle viscere della Madre Terra. Oscuro, illuminato fiocamente dal lume di candela, cullato dal gorgogliare perenne delle acque che vi scorrono e ne allagano il pavimento, è il regno della Dea, del mistero, dell’albedo.



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THE WHITE SPRING



LA SORGENTE

Come la Sorgente Rossa, anche la Sorgente Bianca ha origine dal Tor. Geologi di tutto il mondo si chiesero per anni come fosse possibile avere due fonti, così differenti nel colore e nella sostanza, originanti dallo stesso giacimento acquifero non proveniendo né da corsi d’acqua sotterranei né da sorgenti termali.

La spiegazione più probabile ci arriva direttamente dall’Era Giurassica. Come abbiamo visto in precedenza, il Somerset era originariamente sommerso dall’oceano; durante questa fase il fondo marino diede forma all’attuale formazione del terreno: i diversi sedimenti, nel corso dei millenni, diedero origine alla struttura del Tor. Le pioggie, con gli anni, portarono in profondità nel terreno i minerali dagli strati più superficiali formando sedimenti compatti che resistettero all’erosione del suolo circostante dando forma alla caratteristica collina.

Parte di queste pioggie primordiali formarono la falda acquifera ricca di ferro, sgorgante nella Sorgente Rossa del Chalice Well. La parte superficiale della collina rese invece la parte superiore del deposito acquifero ricca di calcio, formando cosi la Sorgente Bianca.
La Gran Bretagna è nota per il suo piovoso clima atlantico, per cui le abbondanti precipitazioni fanno in modo che il bacino idrico sia perennemente saturo e ne alimentano il costante flusso. Queste acque sacre ed il Tor si crearono a vicenda, come una specie di alambicco naturale (un altro simbolo fortemente alchemico) e rendendo così unico questo luogo.


IL TEMPIO

A differenza del Chalice Well, la Sorgente Bianca fu lasciata indisturbata fino agli albori del ventesimo secolo. Prima della costruzione dell’edificio in cui tutt’ora erompe, sgorgava in una radura naturale tra edera, muschio e felci. Purtroppo non vi è alcuna fotografia o raffigurazione grafica, possiamo solo immaginarla grazie alla testimonianza di George Wright (1896) - abitante locale: “Com’era Glastonbury allora? Una cosa che mi rimase impressa fu la bellezza di Well House Lane di quei giorni, prima che venisse deturpata dalla costruzione del bacino. Vi era un boschetto, eretto sulla collina; attraverso il quale si poteva udire il gorgogliare dell’acqua corrente. La collina che costeggiava la strada era cosparsa da una serie di pozzi fatati - piccole alcove ricoperte di muschio e felci, ogni ramo o foglia faceva fluire l’acqua, goccia dopo goccia, nel bacino sottostante. L’acqua conteneva calcite, che ricopriva ogni foglia o ramoscello che incontrava il suo percorso. Per molto tempo mi recai presso queste caverne fatate con affezione, la via era oggetto di interesse per ogni visitatore.” Nel 1872, in seguito ad un’epidemia di colera, venne edificata la struttura in cui la Sorgente ancor oggi sgorga in modo da poter fornire acqua pulita alla popolazione.

Con il passare del tempo, il pozzo cadde in disuso e l’acqua venne procurata da condotti provenienti da fuori Glastonbury. Fu solo nel 1980 che venne ripulito dagli strati di calcite e riutilizzato per fornire acqua potabile negli adiacenti negozi e locali; il pozzo stesso venne reinventato come bar. Nel 2004 venne poi acquisito dalla fondazione Companions of the White Spring ed adibito a luogo sacro così come lo conosciamo: venne spogliato dalle tubature, dal cartongesso, dalla vernice… fino a far riemergere la sua fantastica struttura originaria.

Nel 2009 vennero aggiunte delle vasche, disegnate secondo principi di geometria sacra, per poter raccogliere le sacre acque e dare modo ai pellegrini di poter immergersi a pieno nella sacralità di questo posto.


GLI ALTARI

Una volta abituati gli occhi all’oscurità del tempio, possiamo scorgere diversi altari illuminati dal lume danzante delle candele. Arricchiti dalle offerte e dai talismani lasciati dai pellegrini, vengono allestiti stagionalmente dai volontari per riflettere l’inesorabile incedere della Ruota dell’Anno.

Situati in nicchie appartate e cullati dallo sciabordio dalle acque, infondono subito un senso arcano di sacralità.

Sul lato delle vasche sacre, possiamo trovare due altari dedicati a due figure importanti della tradizione britannica. Il primo, incorniciato da un arco di legno, è un altare dedicato al Dio nella sua veste di Spirito della Natura. Il bellissimo dipinto, che lo raffigura, trasuda orgoglio e fierezza: adornato di pelli e palchi di corna, il Dio è qui raffigurato come il Re della Caccia Selvaggia.

Il quadro poggia su un ceppo d’albero, il quale richiama nuovamente il tema boschivo e funge da altare allo stesso tempo - arricchito dalle offerte dei viandanti.



Il Dio Cornuto è una figura antichissima, che abita il nostro immaginario fin dall’alba dell’umanità: le prime raffigurazioni si possono trovare in Francia su delle pitture rupestri risalenti al 13 Millennio A.C. Signore della Vita, della Guerra e della Fecondità, è un archetipo comune a tantissime culture - alcune distantissime tra di loro ma con la stessa matrice. Da Cernunnos, a Fauno alla figura di Pashupati fino alla controversa raffigurazione del Bafometto di Levi.

Poco più avanti sorge l'altare dedicato ad un'altra figura chiave della cultura britannica: la dea Brighid, una figura talmente radicata nelle tradizioni di questa terra tanto da averne originato il nome. Dea della fiamma della creazione, protettrice dei fabbri e dei poeti, è anche protettrice delle sorgenti d’acqua e dei numerosi pozzi sacri che si possono trovare sul suolo di queste verdi isole. Un altare dedicato a lei, in una delle fonti più sacre d’Inghilterra, era doveroso; dove i suoi elementi Acqua e Fuoco danzano l’uno con l’altro.

Clicca qui per leggere di Brighid ed Imbolc.


Il terzo ed ultimo altare si trova nell’ala sinistra dell’edeficio, sotto una cupola di rami intrecciati fittamente; quasi a ricordare un segreto celato nei rovi della foresta. Vi si scorge una vibrante fiamma, stagliarsi netta contro l’oscurità della nicchia. E’ l’altare dedicato alla Dea nella sua veste di archetipo femminile primordiale, una madre oscura ed antica come la Terra. Questo altare, in particolare, fu quello che più mi colpì la prima volta che visitai Glastonbury: una visione oscura della femminilità, comprendente l’interezza del sacro femminino. Una visione potente che, nella cultura cristiana, viene amputata mostrando solo la parte remissiva della donna. Qui i pellegrini sono invitati a sedersi in riflessione, nel silenzio interrotto dal sacro fluire della fonte e dal tintinnio delle preghiere appese alle fronde.




La riflessione di sicuro non manca, dentro questo angolo di mondo ritagliato fuori dal tempo; una finestra sul mondo dell’onirico che ci proietta in un viaggio verso il nostro inconscio in contatto con noi stessi ed il divino.

Vi sarebbero mille altri annedoti sulla sacralità  di un luogo esoterico come Glastonbury; ma il nostro viaggio finisce qui. Se volete saperne di più , Vi invito caldamente a recarvi personalmente in questo luogo tra i più esoterici d’Europa e del Mondo.


♃Ludna
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Fonti:
White Spring Website
The Red & White Springs of Avalon: A Guide to the Healing Waters at Glastonbury  - by Nicholas Mann and Philippa Glasson.

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