lunedì 11 settembre 2017

Glastonbury - Parte II


Uno dei più grandi misteri di Glastonbury sono le due differenti sorgenti che vi scorrono, una rossa (dovuta all’alto contenuto di ferro) ed una bianca (dovuta all’alto contenuto di calcite); sgorganti a pochi metri l’una dall’altra dai meandri della terra sotto il Glastonbury Tor. Entrambe rinomate da centinaia di anni per loro doti guaritrici. 

THE CHALICE WELL


chalice well glastonbury


Il Chalice Well è un luogo senza tempo, sacro ed eterno, ricco di simbologia arcana; un luogo dove l’energia è palpabile e non può fare a meno di influenzarti.
Passeggiando lungo il viale di ciottoli, passando sotto agli archi di piante intrecciati, si ha la sensazione di uscire dal mondo comune e di entrare in un posto fatato, l’aria che si respira è diversa. Questo luogo è meta di pellegrinaggi da millenni, e solo visitandolo si capisce perchè.

Da tempi immemori, le fonti d’acqua erano considerate sacre; fluiscono sottoterra come le vene del corpo umano e divengono un dono della madre terra a noi, per nutrire il nostro corpo e la nostra anima.
Il Chalice Well è di fatto una sorgente che ha origine naturale in questo luogo e  non ha mai smesso di funzionare; è un simbolo della forza vitale eterna di madre natura. Reperti archeologici suggeriscono infatti che il pozzo sia stato in uso per almeno duemila anni: nelle prossimità della sorgente furono trovate numerose punte di lancia risalenti al paleolitico, vasellame dell'età della pietra e di epoca romana.
I nostri antenati vedevano i pozzi come la porta del mondo spirituale, dove il velo tra l’esistenza umana e lo spirito sparisce, in modo da poter comunicare con le divinità e con gli spiriti della natura.

Adiacente al pozzo, si trova una stanza pentagonale, di forma irregolare che risale molto probabilmente al sedicesimo - diciassettesimo secolo, la quale forma e il suo scopo sono tutt’ora un mistero; tuttavia, le sue proporzioni geometriche hanno legami con le antiche unità di misura degli Egizi, forse serviva a qualche cerimonia d’iniziazione.
Al giorno d’oggi non è accessibile, ma la sua entrata può essere ancora scorta guardando all’interno della cavità.


chalice well glastonburyIl coperchio del pozzo, fatto di quercia inglese, è sormontato da una struttura in ferro battuto a forma di vesica piscis:
è un simbolo di forma ogivale ottenuto da due cerchi dello stesso raggio, intersecantisi in modo tale che il centro di ogni cerchio si trova sulla circonferenza dell'altro.
Il nome significa letteralmente vescica di pesce in latino. Come intersezione di due cerchi essa rappresenta la comunicazione fra due mondi, due dimensioni diverse, l’unione di cielo e terra, spirito e materia, conscio e subconscio, maschile e femminile. La geometria di questa figura forma la base dell’armonia che si ritrova nelle proporzioni trovate nel mondo naturale.
La struttura è attraversata da una lancia sanguinante. Basato su un disegno medievale, si tratta di un dono del famoso archeologo di Glastonbury, Frederick Bligh Bond, nel 1919. Egli si interessava molto alla geometria sacra, utilizzata in molti luoghi d’importanza spirituale nel mondo.

L’unione dei due simboli, la lancia e la coppa (il pozzo in sé), rappresentano nuovamente l’unione del maschile e femminile. La lancia rappresenta inoltre la Lancia Sacra, impregnata del sangue di Cristo. Quello stesso sangue che, secondo la leggenda, venne raccolto nel Sacro Graal e immerso successivamente nella Sorgente Rossa, donandone le proprietà curative ed il caratteristico colore rossastro. 

L’unione del masculino e del femminino è un tema ricorrente a Glastonbury, come abbiamo visto. Il pozzo stesso, una cavità proveniente dalle viscere di Madre Terra e con le sue acque scarlatte, è un richiamo al sangue e allo yoni. A breve distanza sorge il Tor, che rappresenta con la sua torre il sacro masculino per eccellenza, in corrispondenza dell’intersezione delle linee di San Michele e Santa Maria. 

Oltre ad il celeberrimo Chalice Well, è possibile ammirare una serie di altri simboli sacri ed impregnati di carica esoterica, incastonati come gioielli nel dedalo della vegetazione lussureggiante (qui la mappa). 

The Vescica Pool


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Il tema della vescica piscis ricorre nuovamente nella Vescica Pool (vasca della vescica), ove si raccolgono le acque del giardino ed alle cui spalle sorgono due magnifici tassi secolari. Questi due alberi probabilmente erano parte di un viale o di un antico boschetto cerimoniale, essendo i tassi  sacri nella tradizione druidica.

Il tasso è un albero dal significato profondamente esoterico: legato all’influenza di Saturno, risulta sacro in molti culti nordeuropei e celtici, mentre in Irlanda è uno dei 5 alberi sacri (Albero di Ross). Ancora adesso guardiano dei nostri cimiteri, è un albero associato con la morte e la rinascita, la divinazione, i viaggi astrali e qualsiasi cosa legata alla comunicazione tra i mondi. Il suo legno è indicato per costruire le rune, gli Ogham, specchi divinatori e tavole ouija. Colgo l’occasione per specificare che il Tasso è tossico se ingerito, per cui non deve essere usato per confezionare calici, coppe ecc.




The Healing Pool


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Proseguendo per il sentiero che conduce al pozzo, climax di questo cammino iniziatico, ci si trova davanti alla Healing Pool (vasca guaritrice): una vasca costruita nel 18 secolo, in cui si può distintamente vedere il deposito ferroso della sorgente, riversante nel bacino da una cascatella. 



Uno dei punti di congiunzione delle due ley lines è proprio in prossimità di questo punto del giardino: come suggeriscono le inferriate, è possibile immergersi nella vasca per assorbire appieno le proprietà rigeneranti della fonte o ricaricare i nostri strumenti magici.



The Lion’s Head 

Risalendo ancora il percorso, ci si imbatte in un’altra fontana: la Lion's Head (testa di leone), l’unico punto all’interno del giardino in cui l’acqua della fonte può essere bevuta. La scelta del leone, non è una scelta casuale: questo felino, sacro agli Egizi, segnava l’inizio di un nuovo anno kemetico. 
Non solo la costellazione del Leone compariva nel periodo più caldo dell’anno (segnando per alcuni popoli l’inizio dell’estate), anche i leoni stessi lasciavano il deserto per cercare refrigerio nei pressi del Nilo, che in questo periodo dell’anno straripava inondando i campi e segnando un nuovo ciclo agricolo. Il popolo kemetico quindi, per celebrare la ricorrenza, erano soliti scolpire una testa di leone sui ponti dei loro canali. Un simbolo che ancora oggi vediamo sulle nostre fontane.




Ludna & Unornya ♄
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