martedì 18 luglio 2017

Glastonbury - Parte I

Glastonbury, conosciuta ai più come una delle mete esoteriche per eccellenza in Europa, è una bucolica cittadina nel verde Somerset (Inghilterra).  Una nomea ben meritata, grazie alle numerose leggende che la circondano: l’Isola di Avalon, il sepolcro di Re Artù, il sacro Graal e le acque miracolose delle Sorgenti Bianca e Rossa.



La collina che sovrasta Glastonbury (Glastonbury Tor), con la sua iconica torre, sorge inoltre sulla Michael Ley Line, una delle linee energetiche che attraversano la superficie del nostro globo. La stessa energia che avrebbe fatto da catalizzatore per le leggende ed i misteri che impregnano l’atmosfera di questo magico posto - da molti identificato con l’Avalon Arturiana. 

Nel libro The Sun and the Serpent, Hamish Miller e Paul Broadhurst approfondiscono l’enigmatico allineamento che correla centinaia di siti archeologici neolitici, celtici e luoghi di culto cristiani nel Sud dell’Inghilterra- allineamento già menzionato a metà degli anni 60 dall’accademico John Michell.  Miller e Broadhurst, dopo anni di studio, scoprirono ben due distinte linee di energia, lunghe all’incirca 300 miglia e quasi parallele: la linea di San Michele e la linea di Santa Maria. Furono chiamate così per via delle numerose chiese dedicate a San Michele e alla Vergine Maria che giacciono rispettivamente su entrambe, anche se questi sentieri sono ben più antichi del Cristianesimo stesso.

L’Arcangelo Michele è associato alla Luce, ai Misteri e all’Altro Mondo - qualità attribuite anche ad altre divinità, antecedenti al Cristianesimo, come Toth, Mercurio e Bel.

Le divinità psicopompe erano spesso associate allo spirito della terra, le cui forze misteriose erano rappresentate da serpenti e dragoni. In Oriente, secondo la tradizione cinese, le correnti sotterranee e i terremoti sono generati da enormi draghi che si muovono sotto terra. Lungo queste linee terrestri, sorgevano posti di potere marcati da monoliti, templi scavati nella roccia o santuari in cima alle montagne, dove si credeva al suo interno giacesse un drago… Posti che, migliaia di anni dopo, furono rimpiazzati con santuari dedicati a San Michele; l’Angelo rappresentato nel gesto di uccidere il dragone e quindi preso come simbolo Cristiano della soppressione delle vecchie religioni.

Non a caso la maggior parte delle chiese cristiane dedicate a San Michele Arcangelo, soprattutto se di epoca medievale , sorgono nel punto più elevato del paese. 

Con il proseguire della ricerca, gli autori fecero una scoperta sensazionale: le linee di energia sembrano intersecarsi, come in un intimo rituale di accoppiamento, in prossimità di tre punti precisi a Glastonbury: il Tor, il Chalice Well, e le rovine dell’Abbazia.
In questi tre luoghi, l’energia si bilancia e, recandosi lì, si ha un’immediata sensazione di pace ed armonia.

La linea di Maria (il femminino, lo yin) incontra la linea di San Michele (il masculino, lo yang) congiunti in una forma a coppa (Tor)- sormontata dalla fallica figura della Torre di San Michele. Un’immagine evocativa, un potente simbolo alchemico della fusione universale degli opposti.


St. Mary Ley Line


L’altro punto dove si intersecano è il Chalice Well Garden. A lato dell’entrata dei giardini, troviamo un bassorilievo rappresentante una croce con due ampolle; secondo la leggenda, nell’ampolla dorata si troverebbe il sangue di cristo, in quella argentata il sudore.
Secondo le leggi alchemiche, il sangue rappresenta l’energia maschile, l’argento quella femminile.

Le due linee energetiche si intersecano quindi nella Glastonbury Abbey, proprio nel punto dove oggi si trova la tomba di Re Artù e Ginevra, sepolti insieme quasi a rappresentare l’unione tra il maschile ed il femminile.




L’ISOLA DI AVALON ED IL GLASTONBURY TOR

Non si può parlare di Glastonbury senza menzionare Avalon - la mitica isola dei Cicli Arturiani. 


L’Isola di Avalon comparve per la prima volta nella Historia Regum Britanniae, manoscritto di Goffredo di Monmouth: un’opera scritta circa nel 1136, che ripercorse 2000 anni di storia delle varie dinastie britanniche; compresa la discussa figura di Artù. 

Avalon significherebbe “Isola delle Mele”, dal bretone Aval e gallese Afal (mela); secondo le leggende il Tor sarebbe stato abitato da Gwyn ap Nudd, il Signore dell’Annwn; divenuto successivamente il Re delle Fate e Signore di Avalon - un’isola piena di meli selvatici, vigne e grano; un’isola idilliaca dove le persone potevano vivere senza bisogno di coltivare la terra ma semplicemente raccogliere i frutti della stessa.

Questo magico luogo sarebbe anche il luogo in cui Giuseppe d’Arimatea si sarebbe recato in pellegrinaggio con Gesù (secondo la leggenda), quando questi era ancora fanciullo; per poi farvi ritorno, dopo la sua crocifissione, per fondare la prima chiesa britannica - dove si vocifera fosse custodito il Santo Graal, seppellito insieme ai resti di Giuseppe. 

Una volta giunto a Glastonbury; Giuseppe, esausto dopo il lungo pellegrinaggio, avrebbe piantato il suo bastone per riposare, il quale radicò nel terreno fino a fiorire nel leggendario “Holy Thorn”, il Biancospino di Glastonbury; una pianta che cresce solo nelle zone limitrofe di questa cittadina.

Sempre ad Avalon sarebbe sepolto re Artù, trasportato nell'isola su una barca guidata dalla sorellastra Morgana. Artù riposerebbe sull'isola, in attesa di tornare nel mondo quando questo ne sentirà nuovamente il bisogno.

A partire dagli inizi dell'XI secolo prese corpo la tradizione secondo cui Artù sarebbe sepolto nella Glastonbury Tor, che in passato era circondata dall'acqua, proprio come un'isola: in epoca preistorica, la pianura circostante era terreno paludoso che diveniva un vero e proprio mare a seconda delle maree.

Durante il regno di Enrico II, l'abate Enrico di Blois commissionò una ricerca, che avrebbe portato alla luce un enorme tronco di quercia o una bara con un' iscrizione: "Qui giace sepolto l'inclito re Artù nell'isola di Avalon". I resti furono sotterrati di nuovo davanti all'altare maggiore, nell'abbazia di Glastonbury, con una grande cerimonia, a cui partecipò anche la famiglia reale. 
Il luogo divenne meta di pellegrinaggio fino al periodo della Riforma protestante. Venne scoperto poi che il sepolcro di Artù dell’abbazia non è altri che un falso, architettato dalla diocesi per raccogliere fondi - il quale può essere tutt’ora ammirato nei resti dell’abbazia, tra i secolari giardini ed fruttuosi meli. Magari il sepolcro di Artù sta ancora aspettando di essere scoperto nelle nebbie magiche di Avalon…

Quello che è certo è che il Glastonbury Tor fu un punto di interesse ed un luogo sacro ben prima del cosiddetto ritrovamento del sepolcro, infatti sono stati ritrovati manufatti risalenti all'Età del Ferro ed all’Impero Romano: una fucina per lavorare il ferro; due tombe del VI secolo, frammenti di anfore mediterranee, ossa animali ed un elemento di bronzo - probabilmente un ornamento facente parte di una lancia sassone. Tali ritrovamenti suggeriscono che la collina fosse da sempre un appetibile avamposto, forse dovuto al fatto che fosse circondata dalle paludi e quindi difficilmente raggiungibile dai nemici. 

L’origine del nome “Glastonbury” in sé, non è chiara: pare derivi dall’arcaico Glestingaburg, Glestinga (probabilmente un denominativo celtico) e - Burg (parola anglosassone per indicare un luogo fortificato); mentre “Tor” deriva dall’Inglese antico “torr” (collina rocciosa).
Un altro nome di Glastonbury fu Ynys-witrin - L’Isola di Vetro.

Una degli irrisolti misteri del Tor sono le sette terrazze che delineano la collina, dall’origine incerta: non è chiaro se si tratta di un terrazzamento naturale o creato dall’uomo, si sa semplicemente che risale al Neolitico. Alcuni credono che segni un percorso iniziatico, vecchio di migliaia di anni. Seguendo il sentiero intricato e tortuoso del labirinto, ci si sintonizzerebbe con le energie questo luogo sacro; dove cielo e terra si incontrano.


Nel prossimo articolo l'Abbazia, il Chalice Well Garden e la Sorgente Bianca...

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Ludna & Unornya
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