mercoledì 20 settembre 2017

Mabon - Il ritorno dell'Oscurità.

La notte del 21 Settembre segna un momento astronomico molto particolare: l’Equinozio d’Autunno; dove il giorno e la notte sono equamente divisi. Non a caso, il Sole si appresta ad entrare nel segno della Bilancia -  un segno che già di per sé indica equilibrio. Ed è l’equilibrio, infatti, il tema principale del Sabba che si accompagna all’Equinozio d’Autunno: Mabon.

A differenza della sua controparte primaverile, questo periodo dell’anno indica un altro tipo di bilanciamento: dopo questo giorno le giornate si faranno sempre più brevi, la terra si rende sterile e fredda, gli animali si rintanano nei loro rifugi e gli stormi migrano verso Sud. E’ quindi un equilibrio consapevole del fatto che la terra stia morendo e ci si prepara per la lunga discesa nell'Oscurità - culminante con Yule, la notte più lunga dell’anno. 

Conosciuto anche come “Secondo Festival del Raccolto”, Mabon è un momento di gratitudine nei confronti della Madre Terra che ci ha donato i suoi frutti, prima del gelo invernale. Le celebrazioni dell’equinozio autunnale venivano infatti incentrate su questa tematica, nell’emisfero settentrionale:


  • In Grecia si festeggiava l’Oschophoria, la festa in cui veniva celebrata la vendemmia in onore del Dio Dioniso.
  • In Baviera viene tuttora celebrato l’Oktoberfest, al giorno d’oggi un’occasione di festa e di bevute ma dal retrogusto pagano: le genti festeggiavano il raccolto ed il consumo dell’ultima birra estiva. Un’occasione per rendere grazie per un altro raccolto e svuotare i barili per la fermentazione invernale.
  • In Cina si festeggia invece la Festa della Luna o Festa di Metà Autunno, una delle maggiori festività cinesi: durante questa festa è uso preparare torte lunari con la farina di riso, raccolto durante l’anno, da consumare insieme in famiglia.
  • Originariamente la festa del Ringraziamento, una delle maggiori festività americane, era celebrata il 3 Ottobre - in sintonia col calendario agricolo: era il tempo di tirare le somme su quanto e come la propria famiglia fosse in grado di passare l’inverno basandosi sulle provviste accumulate grazie al raccolto. 



Nel Neopaganesimo la Dea si trasforma in Crona, mentre il Dio morente si prepara alla sua rinascita (simboleggiata dai semi dei frutti, raccolti durante la feconda estate). Il Dio viene spesso rappresentato con un feticcio di paglia o fieno, il cui corpo viene bruciato e le ceneri sparse nei campi per benedire il terreno.

Un’altra tematica riguardante l’Equinozio è la discesa nell'oscurità e la morte. Ci stiamo addentrando verso la parte oscura dell’anno, la parte che ci invita a fermarsi, riflettere su ciò che abbiamo ottenuto ed intraprendere un viaggio dentro noi stessi per trasformare il vecchio attraverso i misteri della morte.

Il nome stesso Mabon è infatti il nome di un Dio gallese della vegetazione e dei raccolti, significante “Grande Figlio” (dal protoceltico makwo- figlio), rappresentato a cavallo e con un cane da caccia. 
Secondo la leggenda, Mabon fu rapito dalla sua stessa madre Modron (“Grande Madre” - dal protoceltico mātīr - madre) e salvato poi da Re Artù. Durante la sua prigionia, il mondo cadde in una sterile e fredda tenebra, che venne dissipata con la sua liberazione.

Dei miti similari si possono trovare anche in Grecia ed in Persia, dove sono protagoniste le controparti femminili di Mabon: Persefone ed Inanna. 


Proserpina di Dante Gabriel Rossetti
Persefone, conosciuta ai Romani come Proserpina, era la figlia di Zeus e Demetra - la dea del raccolto. Grazie ad un accordo segreto stipulato da suo padre ed Ade, venne rapita da quest’ultimo come sua sposa. La madre, afflitta da profonda tristezza, lasciò morire lentamente il terreno, rendendolo freddo e spoglio. Zeus, onde evitare la completa estinzione della vita sulla Terra, scese a patti con il fratello Ade: la figlia poté infine riabbracciare la madre, il marito però le fece mangiare sei semi di melograno prima di farla risalire in superficie. In questo modo Persefone avrebbe trascorso sei mesi in compagnia della madre Demetra (primavera ed estate), durante i quali la terra sarebbe stata nuovamente coperta di fiori e di frutta, e sei mesi con il marito negli inferi (autunno ed inverno). Il melograno è simbolo sia di fertilità che di morte: usato nei riti funebri sia egizi che greci, rappresenta un frutto succoso e morente - l’ultimo atto di una pianta esausta, prima di spegnersi per la stagione invernale; al contempo al suo interno sono racchiusi i semi pronti per radicare e germogliare la stagione successiva. Un chiaro parallelismo con il ciclo della stagione agricola, il melograno era un simbolo propizio per augurare prosperità ai propri cari nella vita dopo la morte. 

Ma cosa rappresenta per noi Pagani di oggi questo sabba? 

Mabon è un tempo di misteri, un tempo per riflettere sui progetti che abbiamo portato a termine e sul nostro raccolto spirituale durante l’anno. E’ un tempo per connetterci con la nostra parte oscura e meditare su questo aspetto della nostra anima, che ci completa insieme alla luce. Per altro questo Equinozio è anche caratterizzato dalla Luna Nuova, portale che ci connette ulteriormente verso la nostra parte oscura. 

Qui sotto un semplice rituale per Mabon.



  • Procuratevi una candela nera ed una bianca.
  • Focalizzatevi prima sulla candela nera: pensate ad un progetto che non siete riusciti a portare a termine o a qualcosa di cui volete liberarvi per l’anno successivo. Accendete la candela, visualizzate nella fiamma la trasformazione di quanto avete pensato.
  • Prendere ora la candela bianca: pensate invece a qualcosa per cui siete grati, durante il vostro raccolto. Accendete la candela e visualizzate ciò nella fiamma.


♃Ludna
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