Questo blog nasce in un periodo un po’ particolare della mia vita, che ho deciso di condividere con voi e magari da qui rendervi partecipi dei miei progressi lungo il cammino che percorreremo insieme.
Da sempre sono stata interessata all’occulto, sin da bambina. In modo particolare dal mondo degli Spiriti e dall’Oltretomba. Conobbi Unornya, mia inseparabile Sorella, in età adolescenziale: Lei era già una streghetta affermata, io brancolavo ancora nel buio.
Cominciai ad avere le prime conferme cinque anni fa, quando cominciai a meditare quotidianamente e praticare yoga. Queste due attività mi aiutarono tantissimo nell’accrescere la mia consapevolezza e a decidere di seguire questo tipo di percorso.
I miei primi rituali avvennero in un luogo speciale con Unornya ed Ecate – l’altro vertice della triade: una radura in uno splendido bosco, con un altare naturale. Il tutto nacque per caso, come fosse già scritto nel destino. E da lì semplicemente non mi sono mai fermata: ho letto libri, meditato, studiato, sperimentato col mio primo rudimentale altare... fino al mio trasferimento.
Il 2013 e’ stato un anno che ha stravolto tante cose : e’ stato l’anno dove mi ritrovai a mettere la mia vita in una valigia e lasciarmi tutto alle spalle.
Per cui mi trovai a fare i conti con me stessa, durante il mio eremo.
E qui mi ricollego al titolo.
Se anche voi,come me, amate i libri di Bernard Cornwell... il titolo probabilmente vi è famigliare. Per chi invece non lo fosse o non conoscesse l’autore, apro una breve parentesi.
Bernard Cornwell è uno scrittore inglese specializzato in romanzi storici. Cornwell scrisse una serie, che ho amato tantissimo, riguardante i cicli arturiani: il paganesimo descritto in questi libri non è il paganesimo all’acqua di rose che si vede in tanti libri su questo argomento. E’ un paganesimo crudo, a tratti crudele ma probabilmente veritiero – considerata l’epoca. Nimue, l’allieva prediletta di Merlino, per diventare sacerdotessa dovette subire tre ferite: la Ferita nel Corpo, la Ferita nell’Orgoglio e la Ferita nella Mente. Una volta superati questi tre stadi, si era finalmente in contatto con gli Dei.
Le Ferite menzionate da Cornwell sono del tutto fittizie, non collegabili storicamente a nessuna tradizione pagana. Del druidismo di quell’epoca sappiamo ancora oggi poco o nulla, non e’ un mistero che il dolore sia stato uno strumento usato dagli sciamani per raggiungere uno status di trance.
Io, involontariamente, passai questi tre stadi durante quell'annata: orgoglio e mente erano provati e, di conseguenza, mi ammalai anche nel corpo.
Durante questi mesi di paranoia, ebbi le mie vere rivelazioni: superai questo stato d’animo diventando un tutt’uno con la natura. Mi immersi in lunghe, silenziose passeggiate nella foresta. Danzai sotto la pioggia, cantai mantra a squarciagola. Mi lasciai trasportare dal flusso della mia pazzia... fino a guarirne.
Oggi non sono di certo la stessa persona di allora: ho fatto pace con i miei demoni.
In compenso la mia recezione non è più come una volta; complice soprattutto la mia pigrizia. Nonostante io mediti ancora, non lo faccio spesso come dovrei. Non apro il mio cuore come dovrei. Non apro il mio terzo occhio come dovrei.
Non ho dubbi circa il mio percorso e mai ne avrò. Dopo tutto siamo essere umani, crisi di fede o momenti in cui siamo meno percettivi capitano a tutti. E i risultati non si ottengono senza sacrifici.
Il contatto col divino è come un sentiero in una fitta foresta: meraviglioso ma a tratti difficile da scorgere. Ed ecco perché dobbiamo ricordarci ogni tanto di cercare la guida in alto, verso le stelle.
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