lunedì 26 agosto 2019

Magic in Movies: Midsommar.

Psichedelico, allucinogeno,ansiogeno, ancestrale, drammatico, abbagliante… sono solo alcuni degli aggettivi che vengono in mente quando si parla di Midsommar. Ma non solo: è un manifesto contro la mascolinità tossica, un viaggio di espiazione. 

LA TRAMA:

La storia comincia mostrandoci la cupa situazione di Dani, studentessa statunitense nonché protagonista del film, affetta da ansia cronica dopo essersi trovata ad affrontare un devastante lutto famigliare. Al suo fianco troviamo Christian, uno studente di antropologia e fidanzato apatico.

Nell’estremo tentativo di salvare una storia ormai stanca, Dani segue il compagno in un viaggio nella Svezia rurale. Scatenando così i malumori dei compagni di corso di Christian, i quali speravano di trasformare un viaggio di studio in una vacanza goliardica.
La destinazione è un villaggio chiamato Hårga, in occasione di una festività pagana che si tiene ogni 90 anni durante il solstizio d’estate. Nonostante la luce dorata del sole di mezzanotte e l’atmosfera fiabesca, presto ci si accorge che non tutto è come sembra…


*** ATTENZIONE - DA QUI IN POI CI SONO SPOILERS***


Nel film abbiamo due tematiche principali, che scorrono parallele: la natura della relazione tra i due protagonisti e la comunità pagana di Hårga. 

La storia tra Dani e Christian potrebbe essere, ahimè, lo stereotipo di tantissime relazioni comuni: una storia retta principalmente da sensi di colpa ed abitudine. 
Dani è un personaggio complesso, con alle spalle una storia familiare tragica (la sorella bipolare commette un omicidio/suicidio in casa, uccidendo entrambi i genitori) - probabilmente non l’idea di relazione leggera che si era prefissato Christian, il quale pondera di scaricarla. Un ruolo importante lo giocano i compagni di corso, che cercano incessantemente di convincere l’amico a finire la relazione. 
Eppure, nonostante l’ormai assenza di sentimento da parte di lui e la pressione degli amici, non riesce a terminare questo legame - dettato più che altro da pietà che da amore. Una scelta che, come possiamo facilmente immaginare, non giova alla coppia.


Dall’altra parte abbiamo una ridente comune, con abiti immacolati e ghirlande di fiori. Una comunità unita, rispettosa della natura ed in perfetta armonia con i suoi cicli. 
Dopo la prima impressione idilliaca, veniamo immediatamente spinti fuori dalla comfort zone: assistiamo ad un geronticidio rituale (Ättestupa). Gli anziani del villaggio volontariamente saltano da una scogliera, offrendosi al divino e per non pesare sul nucleo famigliare - unendo l’esoterico al senso civico. Dopo questo primo, traumatico incontro con la filosofia di Hårga, ci rendiamo conto che ci troviamo in un angolo di tempo e di spazio lontano dalla nostra vita mondana: si ritorna all’uso della stregoneria, alla ritualità ed al sacrificio, alle rune, all’astrologia, alle sostanze psicotrope per uso sabbatico.

Queste due realtà, apparentemente così distanti tra loro, entrano in collisione in una spirale ansiogena di allucinazioni, sortilegi, luce, tradimenti, sangue e martirio che porteranno al capolinea tra i due protagonisti.  Scopriamo che il vero motivo dell’invito ad assistere a tale rituale non è la tesi universitaria di antropologia, ma bensì adescare i giovani studenti come sacrifici umani - fino all’ultimo, angosciante atto finale: l’uccisione di Christian. 

Midsommar non è un semplicemente un pretesto per farvi rabbrividire alla luce del sole, è il viaggio di liberazione della protagonista: il film comincia con delle riprese caratterizzate da colori cupi, come la sua situazione psicologica. Lutto, dolore, ansia, solitudine ed abbandono… fino alla finale esplosione orgiastica di colori, dove vediamo una donna libera.  Finalmente Dani si vede riconosciuta, compresa e finalmente visibile

Christian non è propriamente un antagonista: non si può considerare né cattivo né spregevole; ha sicuramente dei difetti che ci portano a non vederlo di buon occhio. E’ infedele verso la sua ragazza ed i suoi amici, bugiardo, si trascina una relazione ormai finita a discapito della propria compagna, una vittima della psicologia del branco; eppure esultiamo alla sua uccisione. Il che ci fa pensare: qual’è il vero elemento horror in questo film? La comunità di Hårga, con le sue leggi brutali in sintonia con la dualità della natura stessa, o la tossicità a cui siamo sottoposti tutti i giorni ma che accettiamo come normalità?



In conclusione, Midsommar non è un mero folk horror, ma ci mette davanti a domande le cui risposte sono dentro il nostro subconscio. Dal punto di vista della pura cinematografia, è una delizia per gli occhi: luminoso, simmetrico, sgargiante e - per gli appassionati di cultura norrena - pieno di simbologia nordica, niente è lasciato al caso. Per cui, se volete rabbrividire senza aspettare le cupe serate autunnali, vi raccomandiamo caldamente questo viaggio sabbatico nelle campagne svedesi.



♃Ludna
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