martedì 1 agosto 2017

Lughnasadh, la Festa del Sole

Il primo giorno del mese di Agosto, i pagani festeggiano Lughnasadh. È una festa di origine Celtica, il cui nome significa “la festa di Lugh” o anche “il matrimonio di Lugh”.

Lammas


È un’importante festività, legata al culmine dell’abbondanza e del raccolto con cui la madre terra ci ha benedetto, è il periodo più caldo dell’anno, la frutta è matura, è tempo di mietere il grano e di trasformarlo in farina, le giornate sono lunghe e il sole splende alto nel cielo.
Raggiunto questo picco di abbondanza, è ora il momento di iniziare a prepararsi alla stagione fredda, è quindi un momento per rilassarsi e riflettere sull’avvenire.
Corrisponde alla festa inglese di Lammas, dall’inglese arcaico Hlaf Mæsse (da cui derivano le parole Loaf-Mass), che significa “Raduno del Pane”, dove si usa appunto sfornare una pagnotta con la farina nuova ottenuta dalla mietitura.

Lugh LughnasadhCome abbiamo detto, è una festa dedicata al dio Lugh, un dio della tradizione celtica, che spesso veniva identificato come divinità solare, associando ad esso epiteti come “il luminoso” oppure “il figlio del sole”.

Si dice che eccellesse in tutte le arti ed in tutte le tecniche, per questo motivo, secondo la leggenda, il re Nuada, della popolazione dei Túatha Dé Danann (un popolo preistorico che invase l’Irlanda prima dei Gaeli, evemerizzati poi come gli stessi Dei della tradizione Celtica) gli cedette il trono, e la lancia sacra (Slèabua) il cui possessore si dice che non verrà mai sconfitto.
Nelle raffigurazioni e nelle descrizioni, viene sempre rappresentato con la sua lancia sacra, con lunghi capelli biondi e senza barba.

Lugh è considerato il Dio della Luce, troviamo sue apparizioni nei testi antichi in cui si narra la storia dell’Irlanda pre-umana, ovvero le gesta degli Dei che vi abitavano prima degli esseri umani.
In questi testi si possono leggere le battaglie di Lugh, al comando dei Túatha Dé Danann, spiriti e semidei appartenenti alla Dea Danu, contro i Fomoriani.

Possiamo identificare i Fomoriani come dei semidei ancora antecedenti ai Túatha Dé Danann, appartenenti ai pantheon dei popoli residenti in Irlanda alle origini; si potrebbero paragonare i Titani della mitologia greca.
Per gli antichi, i Fomoriani venivano identificati come una sorta di “Demoni”, rappresentanti le forze del caos e della natura selvaggia e scatenata, in contrapposizione con i nuovi Dei, rappresentanti invece le forze della civiltà e della ragione.

Sia la parola latina lux, lucis che il dio della luce Lúg sembrano richiamare la radice protoindoeuropea leuk (“luminosità”).
Come abbiamo già detto, Lugh eccelle in tutte le arti, dalla metallurgia alla musica, è colui che aiuta a plasmare l’energia, facendola divenire qualcosa di tangibile; è quindi associato all’estro creativo, alla capacità della mente umana di realizzare i progetti ed all’intelligenza.
Condivide molte caratteristiche con Odino (tra le quali quella di essere accompagnato da due corvi), con Mercurio e con Apollo.

Lugh Lughnasadh altarIn questo giorno, il Dio del Sole inizia i preparativi per i suoi funerali. Egli muore volontariamente per mano della Dea, come una sorta di sacrificio per permettere al popolo di sopravvivere all’inverno, ed il suo sangue versato nei campi servirà a nutrire la terra ed ai germogli per rispuntare in primavera.
Allo stesso tempo, la Dea si prepara a passare da madre dell’abbondanza a Crona, colei che aiuta nel trapasso per poi ritornare a nuova vita.

Il simbolo per eccellenza di questo Sabba è il grano, usate quindi della farina di qualità per preparare del pane, o delle torte. Durante la preparazione concentratevi sull’infondere l’energia di questo giorno al vostro impasto, affinchè il cibo stesso, che poi andrete a consumare, divenga uno strumento magico per rappresentare il Dio.

Ricordatevi di consumare della frutta in questo giorno, raccogliete tutti i semi contenuti in essa e provate a farli germogliare. Le piantine che nasceranno, vi aiuteranno a portare con voi l’energia di questo Sabba per tutta la stagione fredda.



Unornya

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