venerdì 7 luglio 2017

Il Senso di Colpa, un preconcetto cristiano.


Recentemente mi è capitato di assistere al Karma reclamare il suo debito nei confronti di una persona manipolatrice ed egoista. Una persona che ha dato un colpo di troppo alla ruota che gira, e che ora ne sta pagando le ben meritate conseguenze.

Nonostante sia consapevole che tutto torni, mi sono sentita colpevole per aver pensato “Ben ti sta” - come se fossi stata in parte responsabile di questo ritorno di coda da parte del Fato.

Avete mai desiderato qualcosa, inconsciamente, talmente tanto da farla avverare? Esprimete mai un desiderio quando vedete una stella cadente o spegnete le candeline sulla vostra torta di compleanno? Sono semplici atti di magia simpatetica, che compiamo tutti i giorni - pagani o meno. Perché il pensiero ha una forma ed un’energia propria.

Dal punto di vista fisico-biologico, il pensiero è collegato all'attività neurologica, tramite collegamenti sinaptici e neurotrasmettitori che fungono da messaggeri tra neuroni e rispettivi recettori. Tale attività è riscontrabile attraverso la misurazione dei campi elettrici e magnetici, unita alla capacità di memorizzazione. Come ben sappiamo, un impulso elettrico genera energia elettrica e quindi quantificabile. 

Inoltre si dice che l’essere umano utilizzi consciamente solo una parte del proprio cervello; vero o meno che sia io credo fermamente che l’energia prodotta dalle nostre sinapsi venga rilasciata nella sottile ragnatela energetica, che tutto connette nel cosmo.

Indi per cui, a volte, ci si sente responsabili se qualcosa accade a qualcosa/qualcuno; quando ci si è ritrovati a pensare “Magari se…”. 


Ma ha anche i suoi limiti: non è che possiamo rompere l’osso del collo a qualcuno con lo sguardo, per quanto a volte vorremmo fosse vero!

Quando si parla di paganesimo, forse il concetto di cui è più difficile liberarsi è il concetto del senso di colpa. Cos'è il senso di colpa? 

Da Wikipedia:

In psicologia il senso di colpa è un sentimento umano che, collegato alla colpa, intesa come il risultato di un'azione o di un'omissione che identifica chi è colpevole, reale o presunto, di trasgressioni a regole morali, religiose o giuridiche, si manifesta a chi lo prova come una riprovazione verso sé stessi.

Il senso di colpa è direttamente proporzionale al peccato, il peccato che non appartiene alle religioni pagane. Esiste forse in Natura il senso di colpa? 

Esiste la selezione naturale, l’equilibrio e l’armonia delle forze. Noi non siamo agnelli di Dio, noi siamo i lupi affamati nella steppa, il serpente nascosto nell’erba alta, pronto a colpire; siamo l’aquila che sorvola orgogliosa il cielo; il leone in agguato nell'oscurità della notte. 




Nel Paganesimo esiste il “Senso di Responsabilità’”, un concetto ben diverso del peccato. Ci rendiamo responsabili noi stessi di decidere cosa è giusto e cosa è sbagliato, non per via di dogmi divini impostisi da una classe sacerdotale. Il Pagano si rende pienamente responsabile delle proprie azioni, sapendo che il Destino ripaga - in un modo o nell’altro. Non esiste la redenzione, non esiste la paura dei diavoli con i forconi ad aspettarci a miglior vita. Esiste il buon senso, esiste l’armonia con la Natura e le proprie leggi.
Tutte queste chiacchiere di “elevazione spirituale”, “pace e amore”... non sono altro che senso di colpa mascherato da neopaganesimo. La verità è che cresciamo in un ambiente impregnato di cristianesimo, insinuato nel nostro DNA come midollo spinale.

Non vi è nulla di negativo nel provare rabbia, odio o gioire del dolore inflitto ad un nemico. Sono sentimenti veri, salutari ed autentici - che noi ci ostiniamo a seppellire sotto l’impero fondato sul senso di colpa, che non è altri che la Chiesa.

Questo ovviamente non è un invito a scagliare maledizioni a destra e a manca, è importante perseguire il nostro percorso di guaritori e ricercatori della Luce. Ma tante volte ci si trova troppo imprigionati in concetti buonisti che hanno privato la nostra coscienza di una parte fondamentale: il nostro io celato nell’ombra.

In medio stat virtus, dicevano gli antichi, derivante da alcune frasi dell’Etica Nicomachea di Aristotele, esprimenti l’ideale greco della misura, della moderazione, dell’equilibrio: la virtù è nel mezzo, tra due estremi che sono ugualmente da evitare. 


Abbracciate la vostra Oscurità, nascosta troppe volte sotto il tappeto come sporcizia.  È parte integrante di Voi; non si può pretendere di raggiungere l'Illuminazione senza accettare le nostre pecche spirituali, che ci rendono egualmente umani. Ed è solo attraverso l'Oscurità che si può apprezzare veramente la luce. 

Siate sinceri, siate selvaggi, siate crudi. Non lasciatevi addomesticare dalla parabola del buon pastore, siate il folle del villaggio che parla alle ombre. Lasciatevi cullare dal vento della tempesta che scuote il terreno, cavalcate le onde che si abbattono sulle scogliere impervie, perdetevi nei verdi labirinti delle selve, spogliatevi nudi davanti alla Luna, cantate insieme alle cicale sotto il Sole cocente.

Semplicemente siate. Con tutti i vostri difetti ed i vostri pregi, la vostra Luce e la vostra Tenebra. Siate Umani.





♃Ludna
To read this article in English click here.



Nessun commento:

Posta un commento